Pochi mesi a Salerno Thomas Heurtaux, ma in un momento di quelli che segnano le epoche, e i volti e i gesti segnano il tempo. Nella prossima gara di campionato, valevole per la 9ª giornata del campionato di Serie A, Salernitana e Verona incroceranno i tacchetti allo stadio “Arechi”, e per l’occasione abbiamo intervistato il difensore francese, il quale ha indossato entrambe le casacche.
Thomas Heurtaux, tra Salernitana e Verona
La Salernitana deve cancellare subito la sconfitta contro il Sassuolo, in quanto la prossima giornata di campionato, la 9ª di Serie A, affronterà il Verona in uno scontro diretto. La redazione di SalernoSport24 ha intervistato Thomas Heurtaux, doppio ex della partita.
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Chi è Thomas Heurtaux
Arrivò all’Udinese, nel maggio del 2012, a 24 anni, dopo aver fatto faville al Caen. Nell’ultimo dei sei anni in Italia va in prestito al Verona e, a fine campionato, rescinde dai friulani per andare in Turchia. L’esperienza con la maglia del Ankaragücü però non è positiva e un mese dopo aver rescisso con i turchi arriva l’occasione con la Salernitana, ma anche cui i problemi non mancano, e anche dopo aver recuperato la forma fisica, non riesce a dare il suo contributo alla formazione di Ventura.
La sua esperienza a Salerno non è stata come molti avrebbero sperato, lei compreso. Cosa non funzionò?
«Arrivai in ritardo con la preparazione a settembre, inoltre dovetti riprendere la forma poiché non giocavo da gennaio. Le cose non andarono come speravo, e anche una volta ritrovato il feeling con il campo, venivo impiegato troppo poco per riprendere smalto. Sarei rimasto se si fossero confermate le condizioni che la dirigenza mi aveva prospettato inizialmente».
Hai vissuto ‘da dentro’ quella società, come hai percepito quel modo di fare calcio?
«All’epoca era una Salernitana molto diversa dall’attuale. Difficile darne una valutazione poiché della società conoscevo Fabiani e l’allenatore…».
Ha vissuto qui un momento particolare per il mondo, e clamore la tua risposta al presidente Macron in piena pandemia. Lei e sua moglie foste molto solidali in un momento in cui alla gente mancava anche il pane a tavola?
«Fu un momento molto particolare e buio. Nel nostro piccolo cercammo di dare una mano. Anche nel calcio ci furono molte difficoltà, si fermarono i campionati, c’era incertezza anche per chi lavorava all’interno dei club. A Salerno noi ci siamo trovati bene, si sentiva forte il calore e la vicinanza, non solo dei tifosi, ma di tutti i salernitani».
Monsieur le Président @EmmanuelMacron c’est quand même très regrettable de ne pas avoir profité (malheureusement) du drame qui ce passe en Italie pour anticiper et protéger la France! Au moins 10 jours de perdu! Prenez les bonnes mesures ce soir #confinementtotal 🚨 #COVIDー19
— Thomas Heurtaux (@THeurtaux_75) March 16, 2020
Iervolino sta provando a cambiare la mentalità in cui si fa business nel calcio. Molti se lo auspicano, ma secondo lei è possibile riuscire davvero a cambiare così tante cose in Italia?
«Con l’avvento di Iervolino, da un punto di vista sociale, ci sono stati cambiamenti e miglioramenti. Serve una squadra forte, è vero, ma è importante anche avere gli impianti sportivi; da dieci anni in Francia gli stadi sono stati innovati, mentre in Italia ci sono ancora difficoltà. Ecco, se si vuol far qualcosa è da qui che bisognerebbe iniziare, e credo che sia nella volontà del presidente della Salernitana».
Lei è legato all’Italia, sua moglie è una stimata collega italiana… il suo futuro sarà ancora da queste parti?
«Sì, le mie intenzioni sono quelle di rimanere in Italia, in quanto è un Paese in cui mi trovo bene. Il nostro futuro per cui è qui».