Il verdetto espresso dal campo ha decretato la retrocessione in Serie D della Gelbison. La rete di Ragusa, arrivata nei minuti finali del ritorno dei play-out, ha condannato, infatti, la formazione di Vallo di Lucania al proprio destino, quello più avverso e meno sperato.
L’intervista a Canale, DG della Gelbison
Il direttore generale della squadra cilentana, Matteo Canale, intervistato ai nostri microfoni, ha avuto modo di commentare la stagione dei rossoblù, soffermandosi su varie tematiche relative alla recente delusione, con un piccolo sguardo al futuro.
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Una retrocessione che fa sicuramente male. Tralasciando la possibilità di un eventuale ripescaggio, cosa crede non sia andato in questa stagione?
«Posso dire che fa male perché siamo retrocessi nei minuti finali di una gara di ritorno di un play-out e non direttamente. Nel calcio, nello sport può accadere. L’importante è che ci sia continuità e sostenibilità nel progetto. Il presidente Puglisi ha preso in mano la Gelbison tre anni fa, unendo cinquanta comuni che hanno aderito al progetto ‘Gelbison Città Territorio’. Parliamo di un bacino d’utenza superiore a novantamila abitanti. Grazie a questo piano, si può competere con realtà importanti come Catanzaro, Crotone, Pescara: squadre che hanno militato nei massimi campionati professionistici. Solo con l’unione possiamo riuscire a competere con queste società».
Quali sono gli aspetti positivi da ‘salvare’?
«È stato il primo anno della Gelbison in Serie C, bisogna sottolinearlo. La squadra non ha fatto una brutta figura, ce la siamo sempre giocata. Non credo che, in realtà, ci sia qualcosa che non sia andato. I calciatori, così come gli allenatori hanno sempre messo il massimo impegno. Nel corso della stagione sono stati cambiati diversi tecnici perché il presidente ha cercato di voler dare una scossa all’ambiente. Ciononostante, abbiamo portato in alto il nome del Cilento. Probabilmente, è stata la fortuna ad averci voltato le spalle».
Avete avuto modo di confrontarvi col presidente Puglisi di recente?
«Al momento, il presidente è intenzionato a far domanda di ripescaggio o di riammissione. È presto, ma ci stiamo già attivando, facendo anche riferimento ai comunicati dello scorso anno. Quest’anno non sono ancora usciti. Non dipenderà da noi: in primis dovranno essere considerati i posti disponibili dati anche dalla mancata iscrizione di qualche società al campionato; in secondo luogo, bisognerà capire con che criterio la Federazione valuterà le domande. La nostra società è solida, non ha debiti. Se si dovesse presentare la possibilità, faremo domanda di ammissione o di ripescaggio. In caso contrario, il progetto proseguirà anche in Serie D, allestendo una squadra competitiva per le prime posizioni».
Chi dirà addio alla Gelbison?
«Tumminello e Infantino ritorneranno nelle società proprietarie del cartellino. Così sarebbe stato a prescindere dalla salvezza. Tecnicamente, decadranno tutti i contratti professionistici di calciatori e allenatori dal primo luglio; rimarranno vincolati solo i giovani di serie, quelli che hanno fatto parte del settore giovanile».
Dopo aver galleggiato nelle zone sicure della classifica, la Gelbison ha mollato la presa, terminando inevitabilmente nelle gelide acque del Girone C. L’ultima ancora di salvezza a cui aggrapparsi passava dal doppio confronto sull’asse Agropoli-Messina. Nel computo totale, il match è terminato 1-1: risultato beffardo, in quanto ha penalizzato la formazione di Galderisi, posizionata un gradino sotto in classifica rispetto ai peloritani.