Pronti, partenza, via per questa 9ª giornata di Serie A dove tra i match più attesi c’è anche Salernitana-Cagliari. In occasione del match che si terrà questo weekend abbiamo avuto modo di intervistare Luca Zanda di Calcio Casteddu.
Salernitana-Cagliari: l’ora della verità, serve una scossa
“I nostri colori umiliati da giocatori viziati. Fate gli uomini o non sarete ospiti indesiderati”: questo lo striscione, a firma della Curva Sud Siberiano, che ha accolto i giocatori della Salernitana nella seduta di allenamento di questo giovedì tenutasi al Mary Rose. Un messaggio che non lascia spazio a dubbi, che testimonia la palese insoddisfazione da parte della tifoseria per i recenti risultati e prestazioni in questa prima parte della stagione. Questo il clima che introduce il delicatissimo, e decisivo, match di domenica contro il Cagliari.
Insomma un match da dentro o fuori per entrambi le compagini, chiamate a dare uno scossone a questo campionato per risollevare le sorti di questa stagione. Proprio in occasione del match che si terrà questo weekend abbiamo avuto modo di intervistare Luca Zanda di Calcio Casteddu.
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Per giudicare il campionanti del Cagliari bisogna guardare anche un po’ il calendario visti i top club affrontati fino ad oggi. Sarà quindi decisivo questo trittico di partite (Salernitana, Frosinone e Genoa, ndr) per vedere il vero Cagliari targato Ranieri?
«La situazione che sta vivendo il Cagliari è molto complessa, ed era anche preventivabile viste le prime otto gare che sono state ‘infernali’, dove si sono affrontate squadre molto forti. Certo due punti sono veramente pochi e il Cagliari non ha mostrato una vera e propria identità nella prima parte di campionato: da una parte, sia per un calendario complesso, e dall’altra perché è una tra le squadre che, fino ad oggi, ha inserito il maggior numero di giovani all’interno della propria formazione; proprio per questi motivi c’è bisogno di lavorare per avere un armonia di gioco più definita.
Questa Serie A ci sta insegnando che le rivelazioni del campionato, tra tutte Lecce e Frosinone, sono squadre che hanno un calcio identitario. Adesso ci sono tre partite di “no scuse” e questa con la Salernitana sarà la prova del nove».
Alla fine a farne le spese è sempre l’allenatore. Con questo cambio di guardia la Salernitana spera di voltare pagina dopo aver annoverato dei risultati negativi, con delle prestazioni anche piuttosto sottotono. Secondo te cosa può dare Inzaghi a questa Salernitana?
«Inzaghi è un allenatore che stimo. Nella scorsa annata, quando sedeva sulla panchina della Reggina, ho avuto modo di approfondire il suo operato e, secondo me, ha sempre lavorato molto bene, specialmente quando gli è stata data fiducia. La scelta di Inzaghi, come nuova guida tecnica, è stata un’ottima decisione per la Salernitana perché è un allenatore molto concreto e con una passione che ben si concilia con l’affetto che ha la piazza di Salerno».
Quale è, secondo te, la scintilla a cui può aggrapparsi in questo momento il Cagliari, insomma, quali possono essere i giocatori che possono ridare l’ossatura migliore a questo Cagliari e quale è il reparto dove lo stesso Cagliari deve migliorare?
«I tifosi attendono con trepidazione il ritorno di Lapadula. In questo momento al Cagliari manca un attaccante rapace d’area di rigore, visto che i gol fatti fino ad oggi sono arrivati o su calcio di rigore (Nandez, ndr) oppure grazie al nazionale angolano (Lovumbo, ndr). In attesa di recuperare il peruviano, Lovumbo è l’unico in grado di mettersi sulle spalle la squadra nonostante la tenera età – classe 2002- e i recenti acciacchi muscolare che l’hanno tenuto ai box.
I due nomi su cui il Cagliari del presente, e anche del futuro, deve puntare sono sicuramente i due giovanissimi Oristanio e Prati. Questi due calciatori possono, grazie alle loro abilità, aggiungere una maggiore qualità in campo anche per ricercare, in misura maggiore, una proposta di calcio differente».
I tifosi, ma alla base anche lo stesso Iervolino, auspicano una Salernitana ritrovata, ma per fare ciò c’è bisogno anche di ritrovare il giocatore più determinante della scorsa stagione, cioè Boulaye Dia. Per riconquistare la fiducia di tifosi e dirigenza serve una prestazione di livello, può essere la sfida con il Cagliari la rampa di lancio per del senegalese?
«Per quanto riguarda quello che mi aspetto dalla Salernitana, mi aspetto un Dia ritrovato con Inzaghi. Non so se questo accadrà proprio con il Cagliari ma mi aspetto un Dia che ritroverà la via del gol e una squadra coriacea che, aldilà di qualche assenza che ha avuto in questa prima parte di stagione, ha dei giocatori in rosa che le altre contendenti per la salvezza non hanno.
È vero che giocatori come Ochoa e Dia non hanno iniziato con il piede giusto questa stagione, ma è altrettanto vero che sulla carta i granata hanno un enorme potenziale perché aventi in rosa elementi che, per citare, lo stesso Cagliari non ha: un portiere che, ad oggi, si è dimostrato affidabile a livello di esperienza e un attaccante da doppia cifra».
Chi ha seguito regolarmente negli ultimi anni il campionato argentina prima, e la Copa Libertadores poi, con annessa Serie A, si ricorderà di Nández. Nello specifico può essere anche lui la chiave di volta di questo Cagliari?
«Nández è senza dubbio la stella di questo Cagliari ed è un giocatore di livello internazionale, proprio per questi motivi è indiscutibile per questa squadra. Nonostante sia un giocatore focale grazie alla sua “garra charrúa” e al suo impegno non è, però, quel tipo di giocatore a cui il Cagliari si può appigliare in termini realizzativi perché, per caratteristiche, non ti garantisce 10 gol.
Il Cagliari, come già accennato prima, deve chiedere di più ai suoi attaccanti: Petagna, Shomurodov e Pavoletti, in attesa del definitivo recupero di Lapadula; e sperare che i suoi giovani: Prati, Oristanio e Lovumbo continuino a far bene».