martedì 22 10 24
spot_img
HomeFrontpageLazio-Salernitana una stagione dopo: dal trionfo d'elite al suicidio sportivo
spot_img

Lazio-Salernitana una stagione dopo: dal trionfo d’elite al suicidio sportivo

spot_img
spot_img
spot_img
spot_imgspot_img

Lazio e Salernitana si affronteranno allo stadio Olimpico questo venerdì per la trentaduesima giornata di Serie A. Dall’ultima volta in casa biancoceleste, il mondo Salernitana è profondamente mutato.

Da Lazio a Salernitana, 18 mesi dopo

La Salernitana ritrova la Lazio un anno dopo. La squadra biancoceleste è l’unica squadra tra le big, insieme all’Atalanta, contro cui i granata hanno conquistato la vittoria in questi tre anni di permanenza in Serie A. Prima della vittoria casalinga di quest’anno, infatti, la Salernitana di Nicola, che da lì a poco avrebbe visto la sua panchina crollare, espugnò lo stadio ‘Olimpico’ di Roma per 1-3, grazie ad uno dei primi capolavori in maglia granata di Antonio Candreva e con i timbri di Fazio e del solito Dia.


Potrebbe interessarti anche:


A distanza di un anno, i supporter dell’ippocampo affronteranno la trasferta nella capitale con ben altro spirito. Da quel 30 Ottobre di due anni fa, infatti, le cose sono cambiate dentro al campo, ma soprattutto fuori.

L’addio di Sousa: addio tardivo o sbagliato?

La scorsa stagione la Salernitana di Sousa risultò una squadra in grado di far divertire, proponendo un calcio moderno ed aggressivo. La squadra del portoghese dava l’impressione di essere in grado di giocare a viso aperto anche contro squadre sulla carta incomparabili. E proprio negli stimoli del trainer ex Fiorentina affondano le radici i malcontenti dell’ambiente. Non è improbabile, infatti, che le vicissitudini tra Mazzocchi e De Sanctis prima, il colloquio di Sousa con De Laurentiis poi, e il caso Dia abbiano potuto minare la stabilità dello spogliatoio, ponendo così le fondamenta della brutta stagione dei campani che, più che a corto di calciatori validi, quest’anno è parsa scevra di motivazioni ed energie psico-fisiche. Uomini in cerca di palcoscenici più importanti che hanno così relegato la Salernitana agli occhi di compagni e tifosi a una dimensione minore.

La rosa: mercato estivo, conferme di lusso e qualche rimpianto

La Salernitana che l’anno scorso concludeva il campionato prendendosi una rivincita sull’Udinese davanti al proprio pubblico, infatti, non è cambiata poi così tanto nella rosa. La società, che alla vigilia della stagione non ha mai nascosto ambizioni ben diverse, ha trattenuto i pezzi pregiati della squadra, fornendo un’ossatura solida che aveva fatto ben sperare i tifosi granata. Le conferme di Pirola e Dia, il rinnovo di Ochoa e Mazzocchi e l’innesto di un giocatore qualitativamente superiore come Jovane Cabral avevano senz’altro mandato un segnale positivo alla piazza. Gli addii di Piatek e Vilenha, spesso tra i più “beccati” dai non addetti ai lavori, hanno però lasciato qualche lacuna nella spina dorsale della Salernitana.

In mezzo, il susseguirsi di cambi in panchina: Inzaghi, che in una rosa costellata di infortuni e grane, ha comunque reso la squadra in grado di giocare a testa alta contro squadre del calibro di Milan e Juventus. Penalizzato dagli innumerevoli calci di rigore concessi dalla Salernitana, il piacentino ha fallito il match point proprio con l’Empoli di Nicola. Il ritorno di Sabatini, l’esonero di De Sanctis, la scelta di Liverani e un mercato a rilento hanno accompagnato la Salernitana nell’ultimo pezzo di stagione.

Il nodo bomber: la lacuna Dia e i nigeriani

La maglia numero 9 è ancora in cerca di un erede. Oltre il già citato Piatek, l’addio di Bonazzoli (o l’arrivederci, data la formula del trasferimento a titolo temporaneo) è stato rimpianto da buona parte della tifoseria. Ikwuemesi prima, e Simy poi, non sono stati identificati dai tifosi come gli eredi del polacco. I due nigeriani si sono alternati durante la stagione. Esiguo l’apporto sotto porta e, soprattutto, spalle alla porta facendo rimpiangere le abilità fisiche e di sponda di Djuric e Piatek che tanto erano utili nell’economia del gioco della squadra.

Se per Simy quella di quest’anno può essere una bocciatura definitiva, per Ikwuemesi invece il discorso è diverso. Un ragazzo giovane, abile nella lotta fisica e con la palla al piede, ma che resta pur sempre un 22enne catapultato nel calcio europeo e nella massima categoria italiana. Poco il tempo di adattamento, complice il bisogno di colmare in termini di prestazioni e numeri il vuoto lasciato dal “titolare” della squadra, Dia.

Proprio il fronte Dia è, forse, quello che più è mutato rispetto all’ultima stagione. Il numero 10 della Salernitana da trascinatore si è trasformato in oggetto misterioso. La voglia di andar via, le faide con la società. Gli infortuni o presunti tali hanno caratterizzato la sua stagione molto più di qualsiasi sua giocata. Pochi i gettoni in campionato, come poca la capacità di incisione, dettata probabilmente anche dalla scarsa motivazione. Da stella a presenza quasi ‘scomoda’, il senegalese è l’emblema dell’involuzione della Salernitana. Il caso dell’ex Valencia evidenzia che il regresso di questa squadra, più che nei calciatori, forse affonda le radici negli uomini e nelle loro teste.

Lazio-Salernitana: Iervolino disaffezionato come Lotito?

Iervolino e la società non hanno mai nascosto le ambizioni ben diverse del progetto Salernitana. Le grane nella rosa, di cui non ha mai nascosto il disappunto, alcune parole di troppo di una fetta della tifoseria e il rallentamento del progetto stadio hanno incrinato il rapporto idilliaco che si era costruito tra il patron e i tifosi, che appena 8 mesi fa lo osannavano al canto di “Iervolino portaci in Europa”.

Diventato il bersaglio di una parte della tifoseria, delusa dal rendimento della squadra, il presidente dei granata si trova ora a gestire una situazione paradossale. Molti scontenti nella piazza alimentano le continue voci su una possibile cessione. Quella che sembrava una bellissima storia d’amore si è arenata nel porto di Salerno proprio sul più bello. E il capitano vacilla riguardo alle intenzioni di continuare a guidare la nave.

Insomma, da quel Lazio-Salernitana di cose ne sono cambiate, e chissà quante altre ne cambieranno da qui al termine della stagione.

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img

Notizie popolari