Pochi minuti fa, Santiago Sabatini è stato ospite sul nostro canale YouTube: ecco il video e le sue dichiarazioni.
Le parole di Santiago Sabatini
«Abbiamo vissuto malissimo questa stagione, perché non è riuscito nulla, dal punto di vista della vita. Sai quando va tutto male? La famosa nuvola di Fantozzi. Tutti gli errori sono stati peggiorati dagli infortuni di papà, che non è potuto essere vicino alla squadra. Lui è sicuro che se ci fosse riuscito, la situazione sarebbe migliorata. Purtroppo non è successo e forse è stato umiliante per lui, perché non è riuscito a fare nulla».
«Sono fierissimo di dire che papà sta tornando a camminare e sta facendo a meno dell’ossigeno, perché si è accorto che non ne ha bisogno: era una questione psicologica».
«Lavorare con la società è stato bellissimo. A gennaio, ho avuto delle settimane di difficoltà, nelle quali non mi andava di fare nulla, come se le giornate non avessero senso. Però, quand’è arrivata la chiamata della Salernitana e sono partito con papà, tutto è cambiato. Solo aver avuto la possibilità di imparare ed avere contatti con gli agenti e fare un po’ di scouting è stato qualcosa di unico, che spero di ripetere. Ero come un bambino: ero felice di stare lì con papà e seguire partite e allenamenti con lui».
«Tra i miei obiettivi futuri c’è sicuramente quello di concludere gli studi. Poi vorrei seguire il corso da direttore sportivo e vorrei formarmi ancora di più, perché non ho mai giocato ad alti livelli. Spero, per settembre, di iniziare il corso per il patentino UEFA B e poi continuare con i livelli successivi ed il corso di scouting».
«Secondo me la tecnologia non potrà sostituire scout e DS, perché non può rimpiazzare la sensibilità umana. Io preferisco sempre vedere i calciatori dal vivo, perché riesci a capire meglio il suo approccio alla partita. Però, riconosco che dati e statistiche possono aiutare in una prima scrematura. Poi, il DS non fa solo scouting, ma supporta lo spogliatoio: le squadre che hanno i migliori risultati hanno dei direttori ‘di campo’. Cosa che non è stato papà quest’anno, ma che è stato due anni fa».
«Salerno mi ha lasciato tanto, ma ci sono stato veramente poco. La prima volta papà era così dentro che lo vedevamo poco e vedevamo poco la città. Anche stavolta, non ho visto molto la città, perché ero sempre al centro sportivo o in albergo. Dopo quest’esame dovrei tornare. Per quel che riguarda la Salernitana, mi definisco un tifoso acquisito (anche se non so se verrò mai accettato). Se non tornerò allo stadio ‘Arechi’ vicino a papà, tornerò sicuramente».