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Petrachi in conferenza stampa: “La Salernitana deve riconquistare la propria dignità”

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Nella giornata di oggi, martedì 3 settembre, il DS della Salernitana Gianluca Petrachi ha tenuto una conferenza stampa da remoto tramite la piattaforma Zoom con i giornalisti. Ecco le dichiarazioni del dirigente granata, che spaziano dal mercato al rendimento della squadra nella stagione in corso.

Petrachi: “Faremo un campionato da mina vagante”

«Ero stato chiaro nella mia prima conferenza stampa. Ho tracciato una linea, dato che il presidente mi aveva richiesto di rientrare di almeno 30 milioni e ce n’era assoluto bisogno, vista l’annata disastrosa dal punto di vista economico e sportivo. Mi ha chiesto una squadra giovane e competitiva, in modo da rendere il club virtuoso e metterlo in sicurezza. Questo era il progetto che la società mi aveva chiesto di portare al termine. Non credo attingeremo agli svincolati, sebbene la rosa sia abbastanza ampia. Ovviamente guarderemo le occasioni, ma siamo soddisfatti della squadra allestita. Valencia e Legowski potrebbero partire per quanto concerne il discorso legato ai giocatori della passata stagione. Sebbene abbiano svolto in maniera professionale il loro compito, per loro c’è bisogno che vadano a giocare altrove».


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«La Salernitana deve riconquistare la propria dignità persa sul campo. La scorsa annata è stata brutta da digerire e la piazza l’ha vissuto come un dramma sportivo. C’era bisogno di gente che sudava la maglia, che avesse voglia ed entusiasmo. Il progetto prevede un mix di giovani ed esperti, ma la maggioranza di giovani è un rischio calcolato per cercare di riequilibrare la rosa e avere costi sostenibili. Soriano viene da un anno di inattività e lo abbiamo pagato poco per quello che vale. Spero che possa restituirci quel blasone che lo aveva contraddistinto in Serie A. Purtroppo è stato sfortunato, dato che si è fatto male subito contro il Sudtirol. Lo stesso Torregrossa è un giocatore dall’ingaggio importantissimo e siamo stati bravi e svelti nell’inserirlo, dato che si era appena svincolato. Ha voluto subito la Salernitana e ci ha scelti nonostante ci fossero squadre che offrissero più di noi. Quando un giocatore fa un gesto del genere, merita di essere valorizzato».

«Maggiore non è un giocatore recuperato. Io sono stato esplicito: tutti i giocatori della passata stagione per me sono tutti sul mercato. Il singolo giocatore non poteva farmi cambiare idea, dato che c’era bisogno di gente dalla testa sgombra in squadra. Anche un giocatore forte come Maggiore ha sofferto molto di testa. Lui mi ha chiesto di andare via e voleva la Serie A. Sono riuscito con Antonelli ad imbastire una trattativa, ma dato che c’erano problemi in uscita al Venezia non siamo riusciti a concretizzare la cosa. Purtroppo abbiamo avuto poco tempo per formalizzare l’affare e qualcosa non ha funzionato nell’ammissione del contratto, arrivata a tempo scaduto. Lui si rimetterà a disposizione, ma non cambierà nulla. Io voglio costruire una Salernitana nuova, ma se Giulio rimane sarò contento perché ha delle doti importanti. Non dobbiamo recuperare nessuno».

«Il mister ha una concezione ampia per quella che è il ruolo del centrocampista. A lui piace palleggiare e mantenere più possibile il pallone. Il medianone à la Coulibaly non serviva, dato che si cercavano giocatori che sapessero fare entrambe le fasi di possesso e non. Reine-Adelaide è un giocatore con queste caratteristiche. Hrustic può fare il vice-Amatucci, dato che ne ha le qualità e abbiamo bisogno di giocatori abili nel palleggio per il nostro centrocampo».

«Il campionato della Salernitana deve essere dignitoso e da mina vagante del campionato. Non possiamo aspettarci di essere già una pretendente alla promozione diretta, però possiamo fare un campionato di livello. Non abbiamo fatto una preparazione con tutti i giocatori, siamo partiti tra mille difficoltà e parecchi acquisti sono stati fatti all’ultimo secondo. Non è né corretto e né giusto per quanto patito essere considerati una pretendente alla promozione in A».

«Ho cercato di portare fino all’ultimo secondo soldi in cassa. Erano arrivati solo prestiti per Bradaric e Daniliuc. Il Torino aveva fatto un ammiccamento per Daniliuc, così come il Verona che non voleva spendere i 3-4 milioni che chiedevamo. Lui si è comportato bene fino ad un certo punto, dato che nell’ultima settimana ha sofferto di “mal di pancia”. Ne ho parlato col presidente e abbiamo stabilito un prestito con diritto di riscatto al prezzo pattuito. Sono sicuro che il Verona lo riscatterà perché è un ottimo giocatore, ma il ragazzo non voleva più rimanere e lo si vedeva già nella partita con la Sampdoria. C’era l’idea che di far rimanere i giocatori, ma solo se lo volevano. Bradaric ha un diritto di riscatto a 3 milioni».

«Simy si è comportato benissimo sin dal primo giorno, professionalmente ineccepibile. A me interessa la professionalità dei ragazzi e lui ha promesso di dare il massimo e di mettercela tutta. Con lui ho instaurato un ottimo rapporto, ci ho parlato tanto e ci hanno avvicinato parecchie cose in comune. Sono felice che abbia fatto questo inizio di stagione e abbia dato l’anima. Il nostro cappellano mi disse che contro il Cittadella avrebbe segnato. Anche lui sapeva che il mercato per lui era aperto, ma non ha ricevuto offerte importanti. Ha rifiutato l’Iran e sono contento che stia con noi, ma se altri campionati dal mercato aperto sono interessati io sono pronto ad ascoltare le offerte. Casomai dovesse rimanere noi saremmo contenti, ma se dovesse partire si valuterà il mercato degli svincolati. Lui sarà la prima alternativa agli attaccanti appena presi».

«Il presidente è stato chiarissimo: si va avanti, ma può esserci un cambio di scenario. Lui era deluso per la fiducia mal riposta e i danni economici relativi all’ultima stagione. Mi aveva già avvisato di una politica sostenibile. Avevo avuto delle indicazioni dalla Brera Holdings sul possibile budget per il mercato e mi ero preparato ipotesi A e ipotesi B. Il tutto era basato sui possibili investimenti. Saltata la trattativa, ho dovuto rimboccarmi le maniche e rendere il club sostenibile come chiesto da Iervolino. Quando i tifosi si sono trovati spaesati, ho dovuto dare delle spiegazioni. Il presidente è stato chiarissimo al riguardo e non poteva lasciare la squadra ad una proprietà insolvente. Indipendentemente da come andrà il tutto, finché ci sarà Iervolino la Salernitana non fallirà. Non è stato semplice, ci ho sempre messo la faccia sul progetto tecnico. Sono stato sincero con i giocatori e questo ha influito molto sulle trattative».

«Wlodarczyk è un giocatore che ha bisogno di tempo e mi è sempre piaciuto. C’erano due squadre di A che lo volevano e non era possibile prenderlo subito, dato i costi del cartellino. Quando sembrava che le speranze fossero finite, l’intermediario mi ha offerto un prestito con diritto ed obbligo a determinate condizioni, quindi mi sono subito fiondato perché è un giocatore interessante, veloce e tecnicamente molto valido. Sono sicuro che riuscirà a ritagliarsi un suo spazio. Se uscirà qualche attaccante, si potrà cercare di prendere Joao Pedro o gli altri attaccanti che ci sono. Possiamo anche tentare di giocare con le due punte, non è detto che il mister possa fare scelte integraliste. Più siamo e meglio è dal punto di vista della competitività».

«Non mi do un voto. Gli attestati di stima ricevuti mi hanno gratificato moltissimo. Tanti tifosi che mi hanno incrociato mi hanno fatto sentire affetto e ciò mi ha reso orgoglioso. Il coro che cantano “siamo salernitani” è ciò che rispecchia quello che chiedo. Il fatto che mi sia fermato per parecchio tempo mi ha dato la forza di non abbattermi durante i periodi difficili. Ho allestito una buona squadra composta da grandi uomini. Il giocatore può sbagliare, l’uomo no».

«Ci sono dinamiche diverse da quelle che si possono pensare. Se hai un monte-ingaggi di spesa alto, non puoi prendere giocatori nuovi. La filosofia era questa, mi è stato detto di portare avanti un certo discorso e l’ho portato avanti da dipendente quale sono. Se non avessi venduto i 20 giocatori in esubero, a quest’ora ne avrei 45. Ci sono diverse squadre di B con un monte-ingaggi sproporzionato, ma io ho eseguito quanto mi è stato richiesto e ho fatto di necessità virtù».

«Con il presidente ci siamo sentiti, soprattutto nell’ultimo periodo. Mi ha fatto piacere che abbia iniziato a fidarsi e a lasciarmi fare. All’inizio c’è stata qualche frizione legata alle esperienze precedenti, quindi è stato difficile per lui iniziare a fidarsi di me. Nell’ultimo periodo mi ha dato praticamente carta bianca, comprendendo l’interesse comune di avere giocatori motivati in squadra e mandare via gli scontenti col mal di pancia. Abbiamo avuto delle visioni diverse, ma piano piano e con tanta pazienza ho avuto forza e lucidità per potermi confrontare con lui in maniera forte e importante. Credo che lui sia soddisfatto di quanto fatto, non ci sentiamo dal gong del mercato, ma ci sentiremo per fare il punto della situazione. Credo che il presidente abbia iniziato a fidarsi di me e lo reputo un successo personale».

«Ho sentito un presidente più contento e motivato. Vede la Salernitana giocare con lo spirito richiesto da tutti i tifosi. Inizialmente avevo pensato a Sottil come soluzione di continuità con l’assetto tattico della difesa a tre. Poi, avendo scelto di bonificare l’organico, ho deciso di rivoluzionare anche l’assetto tattico e ciò con Martusciello era possibile. È una persona che stimo e che voleva correre con le proprie gambe e gli ho dato questa chance. Sto cercando di aiutarlo in questo nuovo percorso, tra noi c’è un ottimo rapporto e spero che questo matrimonio possa durare a lungo. Abbiamo una visione identica del calcio, vogliamo il dominio della partita e vorrei portare avanti questo discorso fino alla fine del campionato».

«Ho preso Braaf e Kallon perché, nel trattare i prestiti, si richiedono trattative veloci. Sono amico con Sogliano, abbiamo giocato insieme e non credo ci saranno problemi per poter trattare la permanenza di questi due ragazzi a Salerno. Vedremo come andrà il campionato e cosa faranno, ma la volontà da entrambe le parti c’è per fare qualcosa di concreto, visto che dall’altra parte ci sono Bradaric e Daniluc».

«La proprietà mi ha permesso di avere uomini di fiducia per poter scandagliare il circuito europeo e non solo. La Serie B non ti permette grandi possibilità. Il mio auspicio è quello che si possa allargare il numero di risorse umane nell’area scouting per non perdere occasioni, ma sono contento di avere due persone che lavorano 24 ore su 24 e sono orgoglioso di loro. Siamo stati sul pezzo».

«Ruggeri è una mossa che va calcolata seppur sia un giocatore privo di esperienza. Bisogna dare fiducia alle proprie scelte: lui è stata un’occasione nata anche in virtù della cessione di Dia. Si conosce già con mister Martusciello, sa giocare nella linea a quattro e spero che possa ritagliarsi un suo spazio. Il giocatore va lanciato con coraggio».

«Le aspettative c’erano da un punto di vista motivazionale. Sapevo che la squadra avrebbe dato il 110 per cento perché si è formato un grande gruppo. Vanno fatti i complimenti a giocatori come Sepe e Fiorillo che hanno cementato il gruppo dando ai nuovi e a i giovani un senso di appartenenza. Sono convinto che questi ragazzi ci metteranno sempre l’anima. Se vedrò qualcosa che non mi piace, sarò io il primo ad intervenire. Io sono ottimista per il futuro, mi auguro che la Salernitana possa arrivare a compiere numeri importanti che possano riaccendere l’entusiasmo di una piazza che dà tanto. Sono ottimista e voglio esserlo fino in fondo. Spero che questo campionato possa darci grandi soddisfazioni».

«Joao Pedro è stato un giocatore che a me piaceva, ma aveva costi importanti. La nostra spesa massima aveva un budget predefinito. Il giocatore è di un profilo altissimo e con un ingaggio importante e ciò ha fermato la trattativa. Si è cercato di andare avanti, ma a volte le cose si incastrano e altre meno. È un giocatore che mi è sempre piaciuto e ha personalità».

«La strategia è multipla, ci sono state tante cose che hanno determinato l’andamento del mercato. La strategia comune era quello del risanamento del bilancio e la resa virtuosa a livello finanziario del club mandando via i giocatori della passata stagione. Abbiamo trovato gente che voleva affermarsi, affamata e la strategia è andata avanti da sola. Io ho fiducia nei giocatori stranieri, così come sui giocatori su cui ho investito molto come Tongya. Velthuis per me con la Sampdoria ha fatto una grandissima partita. Bremer nei primi 6 mesi non giocava mai a Torino. Velthuis si è ritrovato catapultato in un mondo nuovo e ha giocato 6 partite di un campionato che non conosce con un caldo pazzesco. Stessa cosa per Njoh: sono giocatori che vanno aspettati. Io non potevo aspettare Bonazzoli, ma posso aspettare Ghiglione che è un giocatore che a me piace molto. Reine-Adelaide è un giocatore validissimo, ma non posso sentire che non sta in piedi perché si è fatto male. Non avevamo il tempo di aspettare i nuovi, ma a volte bisogna rischiare. Certe volte si è tendenziosi perché abbiamo avuto una situazione difficile sin dall’inizio. Tello mi è arrivato alle tre di notte al posto di Jimenez e lo abbiamo messo in campo per 45′. È un giocatore che, se sta bene, ti fa vincere le partite, ma noi abbiamo dovuto correre i nostri rischi per far partire la macchina. Meno male che abbiamo fatto questi 6 punti ed è un peccato che non siano stati di più, anche pensando agli arbitraggi. Il rigore su Torregrossa a Mantova era talmente grosso che chiunque fosse al VAR andrebbe sospeso. Con il Suditirol si batte la rimessa laterale con il tempo scaduto da 4 secondi. Noi siamo stati penalizzati da errori clamorosi e meno male che il VAR ha rivisto il semi-rigore di Bronn con la Sampdoria, altrimenti sarebbe stato come sparare sulla Croce Rossa».

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