Periodo di pausa dei club per via degli impegni delle nazionali, momento buono per ascoltare le sensazioni attraverso le interviste ai giocatori della Salernitana. A questo turno è la volta di Gian Marco Ferrari che, attraverso le colonne del Corriere dello Sport, parla della scelta che lo ha portato a Salerno. Riportiamo uno stralcio dell’intervista.
Ferrari innamorato della Salernitana
La scelta di vestire il granata è apparsa semplice, normale, non c’era nient’altro nella testa di Gian Marco Ferrari quando gli venne suscitata questa possibilità. Poteva finire la sua carriera al Sassuolo, era un’idea che si era però via via dissipata negli ultimi tempi, nonostante dei neroverdi fosse un perno inamovibile.
Parte un po’ così la sua intervista per il difensore che ha firmato per un solo anno di contratto, rimettendosi in gioco: «Se due anni fa mi avessero detto che sarei andato via dal Sassuolo per decisione di entrambi, non ci avrei creduto. Avevo fatto un mezzo pensiero di finire lì la carriera. Poi le cose cambiano. Ho sentito delle cose che non rispecchiavano quello che sono, ma non voglio dimostrare nulla. Ringrazierò sempre il Sassuolo».
Dopo anni al Sassuolo, costruendo là carriera e famiglia, non doveva essere facile fare armi e bagagli, rimettersi in discussione e partire da un club che non conosce il suo futuro societario. Eppure: «Avevo un paio di opzioni, ma nella mia scelta hanno prevalso la famiglia e la passione per il calcio, ringrazio il direttore Petrachi e mister Martusciello perché mi hanno fatto sentire importante. […] Qui ho l’occasione per togliermi tanti sassolini dalle scarpe. Non ho pensato al salto di categoria, avrei preso tutto sottogamba. Non sono un calciatore che può fare la differenza se stacca con la testa».
Salerno non è l’ultima spiaggia, ma una nuova partenza
«Quello che stiamo facendo mi piace, per il gruppo che c’è, per la solidità che vogliamo trovare. Il mister chiede di giocare la palla, di non buttarla, dobbiamo avere il dominio del gioco, a difendere il più lontano possibile dalla porta. E questa è una delle mie caratteristiche. Ho sempre avuto l’etichetta di difensore lento, se non ci avessi messo la testa non sarei arrivato dove sono oggi. Mi è sempre piaciuto Nesta per l’eleganza ed il tempismo».
Le candidate al salto in A
L’ambizione della Serie A e le altre candidate: «Sto vedendo nascere una squadra importante”, spiegando poi che “dopo una retrocessione non devi farti ossessionare dall’idea di tornare subito in A. È presto per ipotizzarlo. Potrei indicare Pisa, Brescia, Sassuolo e Palermo. Ma ognuno può dire la sua se mantiene equilibrio».