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Luigi Sepe: “Gruppo stupendo. Siamo tutti concentrati sull’obiettivo”

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In questo periodo di pausa per gli impegni delle Nazionali, anche Luigi Sepe interviene a mezzo intervista per raccontare la sua Salernitana. L’estremo difensore sembrava ad un passo dal cambiare casacca a luglio, poi il dietrofront, la fascia da capitano al braccio ed una ritrovata armonia con la piazza.

Sepe e la Salernitana

Lo scorso campionato si lasciarono male, molto male. Se ti senti un n°1 non puoi accettare la panchina, ci fai poco e i fischi durante il match con la Lazio sembravano la chiusura di rapporto. Poi il ritorno dalla Capitale dove era finito in prestito, e quel primo approccio nel giorno delle visite mediche sembravano l’anticamera di una partenza verso altri lidi.

Quello che, invece, parla alle frequenze di RDS, nella trasmissione per la Lega Serie A, è un altro uomo. Consapevole della responsabilità affidatagli con i galloni del capitano e che guida, ad oggi, l’unica squadra di Serie B che non prende gol da tre partite consecutive. Un clean sheet lontano parente tanto della Salernitana dello scorso campionato, ma anche dell’attuale dove, nonostante lo ‘zero gol presi’ delle ultime tre gare, resta in terza posizione per difese più perforate della serie cadetta.

La fascia al braccio e il gruppo

«Viviamo un buon momento con la vittoria a Palermo, la B non è semplice e ce la stiamo mettendo tutta per risalire la classifica. È una cosa bellissima portare la fascia da capitano ma non deve distogliere dalle cose più importanti come mettersi a disposizione della squadra, che è una gran bella squadra, va detto. Più che parlare di obiettivi ci fanno capire quanto è difficile puntare alla Serie A guardando le difficoltà che hanno altre con i medesimi obiettivi.

«Rientrando ho trovato una squadra totalmente diversa da quella passata, ma la mentalità di fare bene è lo stesso del passato, abbiamo un’ottima società e un grande staff che si prodiga per metterci a di Tongya è forte, s’impegna e sa stare nel gruppo, come lui c’è anche Amatucci, e ne potrei fare tanti altri e non sarebbe giusto, speriamo che questo mix ci porti dove vogliamo. Nel nostro sport conosciamo tanto da altri giocatori e sono cose cose che sono utilissime poi da riportare sul campo».

Che i più giovani non sempre è facile. Se penso al Napoli di Sarri… facevano delle cose irraccontabili, era difficile da vedere, era un Napoli incredibile. Si è sbagliato tanto l’anno scorso e dobbiamo riportare la Salernitana dove merita di stare. Domenica abbiamo visto due piazze, come Palermo e Salerno, che non meritano questa categoria, che dovrebbero stare in Serie A, fare calcio in Serie A e starci anni».

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© Lega Serie A RDS

«Ho un rapporto bellissimo con Martusciello, so cosa chiede cosa vuole dai calciatori, vive di calcio e di valori, sta lavorando per creare un gruppo sano. Lui e Sarri provano a fare le stesse cose, non potrebbe essere altrimenti dato che hanno lavorato tanto insieme, poi ci mette del suo. Sono diversi nell’approccio umano: Sarri è un sergente, mentre Giovanni vuole la stessa cosa ma arriva a trasmettere con più serenità delle cose. Sono contro la play-station, il giorno prima giochiamo a carte, come la vecchia briscola. Il problema del confronto con i tifosi è che le partite non finiscono mai: si finisce di parlare della partita precedente solo fino ad un minuto prima della prossima».

«Tutti vengono criticati come Messi e Ronaldo, figuriamoci giocatori meno bravi come noi. Quello che possiamo fare è allenarci al meglio. Non ero preparato a fare il terzo alla Lazio, altrimenti non ci sarei andato. Ero andato in prestito secco, quindi mi aspettavo qualche altra cosa, non c’era nulla di preparato, lo avrei saputo appena arrivato. Non sono mai stato geloso dei miei colleghi. Dia è un giocatore che merita quel tipo di piazza, ha iniziato molto bene, e i miei amici lì dicono che s’impegna e che arriva puntuale al campo».

«È vero, ha avuto un anno difficile lo scorso anno ma che era dettato per fatti extra campo. In estate si è comportato benissimo, ci ha fatto passare il turno di Coppa Italia e ora riconquisterà la Nazionale. L’obiettivo nostro deve essere la Serie A, poi se lo centriamo a maggio pagherò un pegno».

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