Colantuono studia la sua nuova Salernitana per la prossima gara, mettendo mano su tutto il ‘patrimonio’ granata a disposizione. Interessanti informazioni arrivano dal test con la Primavera.
Colantuono studia la Salernitana
Calciatori adattati ad un terzetto di difesa. Il frutto del lavoro in questa direzione lo dirà il campo, Colantuono sa e vede la rosa meglio di chiunque nel laboratorio del “Mary Rosy”, laddove occhi indiscreti non possono entrare. Serve una Salernitana più accorta prima di ritrovare la via del gol con la continuità necessaria per togliersi soddisfazioni e consci che, prima di vedere il lato sinistro della classifica, bisogna uscire dallo stallo.
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La trasferta a Sassuolo, sarà il banco di prova peggiore che potesse capitare in questo momento, ma con due settimane di lavoro chissà che non si trovi la quadra.
E a leggere tra le righe degli ultimi allenamenti della Salernitana, oltre quell’attenzione del tecnico romano verso la difesa, c’è di più. L’aspetto che Colantuono sia un ‘uomo del club’, la ‘scelta interna’ ha in sé una banalità che nasconde aspetti molto più interessanti. Nello scorso campionato intervenne come quarta figura della panchina in una stagione sciagurata e a cose ormai fatte, dove di salvabile c’era davvero poco.
I valori del settore giovanile
C’era da salvare la faccia, obiettivo quasi impossibile in uno spogliatoio spaccato probabilmente già dal ritiro estivo. Ma qualcosa di buono in tanto sfracello lo si era colto: io terzo Fusco in maglia granata, allo stadio “Arechi”. A fine campionato le strade poi sembravano doversi dividere, salvo poi ritrovarlo in nel settore giovanile, guidato dal padre Luca. E oltre al giovane salernitano, che nel test con la Primavera ha giocato con i ‘grandi’, si potrebbe forse osservare qualcosa di più dietro l’angolo.
Ci si nasconde dietro un dito se non si ammette che in tutto il decennale periodo di Lotito&Fabiani la Salernitana non abbia mai di fatto avuto un settore giovanile produttivo. Oltre Novella, tra l’altro mai transitato per lo stadio “Arechi” in campionato, la prima squadra non ha mai potuto beneficiare di una Cantera in supporto. Oggi, con un responsabile del settore giovanile in formato head coach, chissà che una macchina del tempo non ci riporti a quegli incredibili anni 2000 in cui la Salernitana aveva uno dei migliori settori giovanili d’Italia.