Massimo Cellino: il presidente del Brescia
Di certo non è un uomo che ha bisogno di presentazioni. Figlio di una ricca famiglia imprenditoriale sarda, il padre Ercole Cellino fondò il gruppo Sem che in Sardegna è la piu’ importante industria di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli. Nell’estate del 1992 acquista il Cagliari Calcio per una cifra pari a 16 miliardi di lire, e durante la sua gestione il Cagliari ha disputato 17 campionati di Serie A. Ha raggiunto una semifinale di Coppa Uefa, e due semifinali di Coppa Italia. Nel giugno del 2014 cede il pacchetto di azioni di sua proprietà alla società Fluorsid, rappresentata dall’imprenditore Tommaso Giulini, dopo 22 anni di gestione. Il 1º febbraio 2014, acquista il 75% delle quote del club inglese Leeds United. Il 23 maggio 2017 vende tutte le sue quote all’imprenditore italiano Andrea Radrizzani. Il 10 agosto dello stesso anno rileva il Brescia in Serie B, per 6,5 milioni di euro (più 3 milioni in caso di promozione in Serie A).
Problemi con la legge e “mangiallenatori”
Nel 2012, per far fronte all’inadeguatezza del Sant’Elia, Cellino decise di far costruire un impianto temporaneo nel Comune di Quartu, trasformando un campo dove avevano giocato squadre nei campionati dilettantistici, in uno stadio di Serie A, noto come lo stadio Is Arenas. Il 14 febbraio 2013 viene arrestato in maniera cautelare, con l’accusa di peculato e falso ideolologico nell’ambito dell’inchiesta della procura di Cagliari sui lavori di adeguamento dello stadio.
Cellino si è guadagnato la fama di mangiallenatori. In circa 20 anni di gestione a Cagliari si sono avvicendati sulla panchina del 27 allenatori, per un totale di 36 cambi in panchina. A Brescia, nella scorsa stagione ha esonerato ben tre allenatori, con un totale di quattro avvicendamenti. Nell’attuale stagione, ha esonerato dopo appena tre gare, l’allenatore emergente Suazo. Ora con Corini alla guida tecnica punta alla promozione in serie A.
