La Salernitana ci porta alla scoperta dei suoi giocatori. Il format “Box to Box” ci fa conoscere, dentro e fuori dal rettangolo di gioco, gli atleti dell’Ippocampo. Questa settimana c’è il centrocampista Leonardo Capezzi.
Capezzi: “L’amore della gente di Salerno nel calcio si conosce”
Le storie dei calciatori granata: oggi con Leonardo Capezzi, centrocampista alla seconda esperienza in granata… ammirando, nell’intervista, lo scenario del Marina d’Arechi:
«Il calcio vive per i tifosi. E’ un momento di condivisione e viverlo con loro rende tutto più magico. Purtroppo questo periodo lo stiamo pagando perché l’amore della gente di Salerno nel calcio si conosce e se vieni da avversario noti una Curva importante e si sa l’importanza che ti dà giocare a Salerno per la Salernitana. Il clima di Salerno è particolare come la fortuna del Sud di avere il mare che aiuta l’umore e ti da carica. Per colpa della pandemia non ho potuto vivere a pieno la città, la Costiera e tutti i posti più vicini». Presenta così la rubrica granata il numero 28 di mister Castori.
Ma come è nata la passione per il calcio di Capezzi?
«La passione per il calcio, come mi hanno raccontato i miei genitori, è nata fin da subito perché giocavo a casa dei nonni. Ho iniziato a San Giovanni nella squadra del paese con i miei amici. E’ un ricordo bellissimo. Il passo alla Fiorentina è un passo importante, in una squadra che uno storico forte. Ho alzato il livello e sono entrato a far parte di un team di giocatori con allenatori preposti a farti migliorare. Sono stati anni bellissimi con giocatori che stanno vivendo comunque campionati importanti».
L’interesse del Manchester United di Ferguson, il debutto in Nazionale e in Europa…
«Non ho mai saputo se l’indizio di mercato fosse vero però mi ero legato alla Fiorentina con un contratto. Diverso fece Gollini che andò in rossonero e ha fatto un bel percorso andando anche in Nazionale. Pentito? Assolutamente no perché ho fatto un percorso importante e sono felice. Ricordo l’Azzurro della Nazionale, non è facile indossarla e per me resterà un ricordo indelebile. Montella mi ha fato la possibilità di esordire in Europa, stavamo perdendo col Pandurii poi abbiamo vinto. Il mister mi ha dato fiducia e mi ha fatto crescere».
Il passaggio a Varese…
«La prima esperienza da calciatore professionista è stata a Varese. Entri in un mondo particolare, tra i “grandi” perché lasci il settore giovanile e devi essere pronto quando vieni chiamato in causa. Purtroppo non è andato bene a causa della società ed è un rammarico perché Varese merita».
Poi l’esperienza a Crotone e la promozione..
«Una stagione incredibile con un gruppo che vinceva le partite in un campionato di Serie B dove c’erano squadre importanti. Abbiamo fatto quasi un miracolo. E’ stato ed è un ricordo talmente grande che resta con me. Per vincere e andare in Serie A? Ci deve essere alchimia, un condottiero alla guida che faccia la differenza e che faccia lavorare la squadra per migliorare».
Dopo Crotone, l’arrivo alla Sampdoria, poi Empoli e l’esperienza spagnola all’Albacete…
«Alla Sampdoria ho imparato tanto con Torreira ma con lui in campo non ho avuto il minutaglie giusto ma è stato un anno bello. Poi ad Empoli, dove nelle prime dieci partite ne ho giocate nove, un pò sottotono. Ci fu l’esonero e l’arrivo di Iachini dove cambiò modulo valorizzando Bennacer. Sono stati anni belli dove sono migliorato ma difficili perché quando ad un giocatore gli viene tolto il campo smette di “vivere” diciamo. L’esperienza in Spagna con l’Albacete è stata una scelta per imparare qualcosa di nuovo. Purtroppo anche li mesi particolari. All’inizio giocavo poi difficoltà con la lingua e con l’allenatore».
Capezzi e l’arrivo a Salerno, la squadra e il rapporto con Castori…
«A Salerno qualche compagno di squadra lo conoscevo già, ma da subito ho legato con tutti e mi sono sentito a mio agio. La scelta dei granata è dipesa dall’interesse della società verso di me nonostante l’interesse di altre squadre. Contento fin dal primo giorno della scelta e infatti questa estate mi sono legato per tre anni a questa piazza. Castori non devo dirlo io che tipo di allenatore è. Ha sempre fatto bene e a Salerno ha dato la sua identità alla squadra e tutta la sua idea di calcio viene messa in campo dal gruppo e dalla Salernitana. Il sogno nostro e di tutti i tifosi è quello di combattere fino alla fine».