HomeEditorialeSalerno in Serie A, ora però serve fiducia
spot_img

Salerno in Serie A, ora però serve fiducia

spot_img
spot_img
spot_img
spot_imgspot_img

La Salernitana è in Serie A, grazie ad un gruppo plasmato da un uomo, Fabrizio Castori, che ha fortemente voluto vincere il campionato. Ha lottato contro tutto e tutti per farsi stimare da una piazza che vedeva con forte scetticismo il suo ritorno allo stadio “Arechi”. Ad agosto di un anno fa, il gruppo nato in quel di Sarnano sembrava destinato ad una difficile salvezza.

La Salernitana e la ‘sua’ Serie A

Lotito e Mezzaroma, e lo staff creato, hanno portato il Cavalluccio dalla Serie D alla massima serie, è un dato di fatto, incontrovertibile. Ora, come è giusto per regolamenti imposti, devono passare la mano. Con il passaggio al trust, la proprietà romana dovrebbe già rappresentare il passato.

Ma una piazza scottata come quella salernitana, vive ancora con il ‘timore’ che ciò non avvenga nei tempi utili a fare un campionato dignitoso, il quale regali la prima salvezza in Serie A. Ciò sta portando a galla tutti i malumori di una piazza che spesso non ha visto di buon occhio (e su cui certamente non giudichiamo), le decine di plusvalenze attuate per sorreggere il club. Oggi il calcio, un calcio che non investe sui tifosi, è soprattutto questo.

Una volta esisteva il presidente padre-padrone, una figura quasi mitologica tra gli anni ’70 e ’80. Una veste che, su Salerno, ha visto l’ultima testimonianza con Aniello Aliberti, l’ultimo presidente della Serie A. Anche lui molto criticato, e la cronaca di quei mesi del 2005 parlano di un Aliberti spalle al muro, il quale spesso aveva velatamente denunciato movimenti strani della piazza nei suoi confronti affinché cedesse la mano.

Corsi e ricorsi…

Il luogo comune più sfruttato, è quello della critica preventiva. ‘Non so, lo non lo conosco, perciò non serve o è scarso’. Criticare a priori prepara, evidentemente, ad una sorpresa successiva. Altrimenti non si spiegherebbe anche le critiche piovute sul povero generale Ugo Marchetti, piuttosto sarebbe da capire non tanto la sua assenza quanto la sua… presenza e su quali basi sia stata ammessa essendo un uomo di Lotito.

Altro giro, altre critiche: i trustee. I tifosi vogliono sapere, comprensibile. Ma non si sta vendendo un ‘tozzo di pane’ e la maglia granata è sostenuta da una società di capitale, nei cui bilanci ci sono persone, stipendi e tanto lavoro. Serve rispetto per il lavoro altrui, serve calma e sangue freddo, e serve, soprattutto, ragionevolezza.

Il 22 agosto in campo

Fra poco più di 15 giorni (22 agosto, ndr) i granata scenderanno in campo per affrontare il campionato di Serie A 2021-2022. Al momento non c’è la tranquillità della piazza per affrontare un impegno così difficile. Castori e il suo staff sono chiamati ad un’impresa improba, salvarsi equivarrebbe alla vittoria di una Champions League.

Perché non c’è un presidente che richiami alla calma; non ci sono i fondi per fare un mercato libero dall’angoscia della disponibilità; non si conosce il futuro neanche di quanta gente potrà entrare allo stadio e l’impossibilità di fare una campagna abbonamenti, certo non ha aiutato.

Sarà un campionato complicato, diviso in due tronconi. Una parte lotterà per i vertici del calcio italiano, l’altro per evitare la retrocessione.


Potrebbe interessarti anche:

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img

Notizie popolari