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Alessandro Bernardini: “Sarò per sempre grato alla città di Salerno”

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Alessandro Bernardini e la Salernitana, amore a prima vista. Intervista all’ex Ministro della Difesa granata. Da doppio ex della prossima sfida contro il Livorno, ha parlato dei momenti più significativi vissuti nelle due squadre più importanti della sua carriera… con non pochi rimpianti.

Alessandro Bernardini, il Ministro della Difesa

Nativo di Domodossola, cresce nelle giovanili del Verbania, in cui muove i primi passi in prima squadra nella stagione 2003-2004. Nel 2008, dopo due anni al Borgomanero in Serie D, passa al Varese, con cui conquista la promozione in Serie C1. Nel 2010, viene acquistato in comproprietà dal Livorno. In maglia amaranto debutta in Serie A nell’anno successivo, disputando 5 presenze complessive, di cui 4 da titolare. Dopo 3 anni in Toscana tra Serie B e massima serie, si trasferisce in prestito al Chievo nel 2013, con cui scende in campo in 13 occasioni. L’anno successivo ritorna al Livorno in B, prima del passaggio alla Salernitana nel novembre 2015. In 4 anni in maglia granata, disputa 71 presenze condite da un gol, siglato il 26 marzo 2017 nella vittoria interna contro l’Ascoli per due 2-0. Falcidiato dagli infortuni, che lo hanno tormentato per oltre un anno e mezzo, nell’ultima sessione di mercato ha rescisso il contratto che lo legava al sodalizio granata ancora per due stagioni.

Raggiunto telefonicamente, ha ricordato i momenti più belli vissuti a Salerno, proiettando lo sguardo al futuro.

Ciao Alessandro. Domani sera, all’Armando Picchi di Livorno, si affronteranno due tue ex squadre. Qual è il tuo pronostico?

«Considerando il valore dei due organici, credo che la Salernitana sia meglio attrezzata del Livorno. Gli amaranto, comunque, tra le mura amiche possono sempre dire la loro. Sarà, sicuramente, una partita combattuta».

Al netto dei numerosi infortuni che tormentano da tempo immemore la squadra, secondo te, dove può arrivare la Salernitana?

«La Salernitana ha tutte le carte in regola per poter disputare un campionato di vertice. Con un organico e un allenatore del genere, credo che le componenti non manchino. Inoltre, penso che gli errori commessi in passato siano serviti da lezione per poter far bene. Spero che quest’anno la squadra possa raggiungere gli obiettivi prefissati».

Livorno e Salerno rappresentano due tappe fondamentali della tua carriera. Che differenza c’è tra le due piazze e cosa ti hanno lasciato?

«Sono due piazze molto calde, in cui la passione la si vive anche in città e non solo allo stadio. Ho vissuto momenti diversi. A Livorno ho vinto il campionato di B e ho potuto assaporare un po’ di serie A, vivendo dei momenti più euforici da parte della tifoseria. A Salerno, invece, ho sentito delle sensazioni nuove, mai provate in precedenza. Mi sono sentito davvero un calciatore importante, perché la città mi ha fatto provare questa sensazione fin dal primo momento. In verità, avrei voluto disputare dei campionati un po’ più da protagonista e far divertire di più la gente. Sarebbe stato ancora più bello».

Dopo 4 anni vissuti all’ombra dell’Arechi, qual è il ricordo più bello legato alla tua esperienza alla Salernitana? E dei suoi tifosi?

«Ci sono delle partite giocate all’Arechi che non potrei mai dimenticare. Gare, magari, anche finite male dal punto di vista del risultato, ma giocate in un’atmosfera unica. Ricordo il Salernitana-Verona 1-1 del 2016 dinanzi a 20mila spettatori, oppure il Salernitana-Bari 3-4 dell’anno precedente in cui c’era un tifo pazzesco. I ricordi più belli sono legati a quelle partite, in cui in città, in tutta la settimana, c’era un’attesa spasmodica. Momenti che ti fanno sentire un calciatore vero, cose che in Serie B accadono molto raramente».

Hai dei rimpianti?

«Il rimpianto più grande è quello di non aver recuperato come si conviene dagli infortuni, spesso giocando sopra al dolore. Scelte che, a lungo andare, ho pagato a caro prezzo».

Dopo il lungo periodo di inattività a causa dei numerosi infortuni, come sta oggi Alessandro Bernardini?

«Ancora infortunato. Sto cercando di trovare una soluzione ai problemi. Logicamente, quando sei da solo, senza una società alle spalle, le tempistiche sono più lunghe. Devo avere pazienza e cercare di arrivare ad un punto».

Che progetti hai per il futuro? C’è qualche squadra sulle tue tracce?

«Ho ricevuto tantissime offerte sia dalla B che dalla Lega Pro ma, ad oggi, non mi va di legarmi a nessuno finché non recupererò dall’infortunio. Aspetto di star bene e poi deciderò il da farsi».

Grazie Alessandro. Ti va di mandare un saluto ai tifosi granata?

«Saluto tutti affettuosamente. Ringrazio Salerno per avermi fatto sentire, immediatamente, parte della città senza che avessi dimostrato nulla. Sarò per sempre grato alla città e ai tifosi».

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Cronache di Salerno, TuttoSalernitana, Granatissimi ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa, e attualmente conduce due programmi sportivi a RCS75 - Radio Castelluccio, Destinazione Sport e Destinazione Arechi. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.
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