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Alessio Pirri: “contro il Padova? 2-1 per i granata”

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Alessio Pirri ed i suoi ricordi da giovane calciatore con la maglia granata

Alessio Pirri e quel talento mai sbocciato. Eppure il fantasista cremonese ebbe un inizio di carriera eccezionale, partendo direttamente dalla serie A, con indosso la maglia della sua città. Sedici presenze e tre reti che valsero la chiamata della Juventus al giovane talento, poi girato a farsi le ossa in una piazza prestigiosa come quella di Salerno. Un inizio brillante per il piccolo centrocampista dai piedi “brasiliani” ed una promozione persa per un soffio. Un talento mai sbocciato perché davvero da lui, dalle sue capacità tecniche, alla fine tutto il mondo calcistico si aspettava di più, una carriera sicuramente da “grande”. Non è andata così alla fine, un peccato per lui e per gli occhi dei tifosi. Fra le varie tappe in carriera, Alessio Pirri, annovera anche una stagione a Padova, avversaria dei granata domani, e per tal motivo noi di SalernoSport24 lo abbiamo ascoltato.

Salerno e Padova nella tua carriera, che ricordi hai di queste esperienze calcistiche?

“Salerno è stata la mia prima esperienza fuori di casa ed al sud. Ero giovanissimo allora ma posso dirti che sono stato accolto benissimo, che a Salerno ho passato anni straordinari nonostante risultati altalenanti. Sono diciassette anni che manco ma ho sempre bellissimi ricordi della città, dei tifosi… Anche a Padova sono stato bene, mio figlio è nato lì. Nella mia carriera ho vissuto realtà diverse in varie città ma sono sempre stato bene, per tale motivo ho solo ricordi positivi e nessuno negativo”.

Un tuo ex compagno di squadra giorni fa ricordava della tifoseria che contestava e chiedeva confronto con voi anche di notte. Quindi episodi negativi ce ne sono stati.

“E’ vero, avevo dimenticato quell’episodio. Ma nel calcio ci sta, si passa ad essere idoli a brocchi a secondo dei risultati ma penso sia normale in ogni piazza, figuriamoci una esigente come Salerno. Personalmente il primo anno per me fu molto positivo e feci di tutto per restare in granata, visto che dovevo andare via. Poi qualcosa è cambiato. Ci promisero la creazione di una squadra di alto livello per poter arrivare finalmente a quella serie A sognata da tutti ma alla fine fu un anno deludente. Cessioni importanti e innesti di stranieri che non si integrarono crearono un potenziale minore e ci fu un gruppo meno coeso, e l’esonero di Colomba…”.

Quanto è difficile per i giovani calciatori, all’epoca come oggi, giocare in una piazza pretenziosa come Salerno?

“Sicuramente quando si ha meno pressione e meno aspettative si può riuscire a fare meglio ma Salerno ha un pubblico straordinario che ha sempre preteso il massimo giustamente. Quel periodo poi, con la promozione sfiorata per un soffio per più di una volta, prima con Rossi poi con Colomba, è normale ci fosse pressione per i giovani e non. Giocare a Salerno a 19/20 anni può essere un’arma a doppio taglio. Ci sono tante responsabilità date dall’intera piazza, compresi gli organi di stampa, e non tutti, specialmente senza esperienza riescono a reggere la pressione”.

Da ex calciatore e da attuale spettatore, come reputi questa serie B e chi vedi in testa per il salto in massima serie?

“Quest’anno ho visto che la Salernitana ha costruito una buona squadra, fino ad ora i risultati sono positivi anche se siamo all’inizio. Anche la Cremonese ha un buon organico per dire la sua. Favorite non ne vedo, forse il Benevento ha più possibilità delle altre di essere protagonista. Neanche il Verona io vedo tanto pronto per il salto. La Salernitana può fare bene, è una squadra che ai play off può arrivare facilmente ma deve restare attaccata al gruppo alto fino a febbraio-marzo e in quel periodo dare la scossa verso i vertici. E’ allora che si vincono i campionati, se ci arrivi con testa e fisico è fatta”.

Hai abbandonato il calcio giocato ancora giovane lasciando poi definitivamente questo mondo, come mai?

“Ho preso i patentini per allenare ma poi ho fatto scelte di vita diverse. Ho preferito dare una mano a mio padre e dedicarmi all’azienda di famiglia. Non avevo voglia di mettermi con una valigia in mano e girovagare per l’Italia, del resto il calcio è anche cambiato rispetto a prima. Ora davvero rischi, per tante motivazioni, di fare due mesi da una parte e poi ritrovarti a dover cambiare ambiente, vita etc. Non era ciò che volevo, per tal motivo ho preso una strada diversa. Seguo da spettatore ed amante del calcio e poi porto mio figlio allo stadio, prossima gara Padova-Cremonese”.

Allora seguirai anche il Padova con la Salernitana… Un pronostico?

“Contro il Padova all’Arechi vincerà la Salernitana: 2-1 per i granata”.

 

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