In vista di Brescia–Salernitana, abbiamo avuto il piacere di intervistare Dario Hübner, grande ex delle Rondinelle a cavallo tra gli anni ’90 ed il 2000. L’ex bomber, divenuto nel frattempo idolo nostalgico sui social, ha parlato dei suoi trascorsi in Lombardia ed ha rivissuto con noi una doppietta segnata ai granata nel lontano 1996.
Brescia-Salernitana, il pronostico di Dario Hübner
Dario Hübner è stato uno degli attaccanti più prolifici della sua generazione, costante e micidiale dalla Serie C alla Serie A. Dal 1991 al 2003, per 12 stagioni consecutive, ha raggiunto la doppia cifra in ogni campionato, ottenendo la palma di capocannoniere del torneo in 3 occasioni ed in 3 categorie differenti; nel 1992 miglior marcatore della Serie C1 con il Fano, nel 1996 miglior marcatore della Serie B con il Cesena e, ciliegina sulla torta, capocannoniere della Serie A con il Piacenza, nel 2002. Sceso di categoria, ha continuato a giocare fin dopo i 40 anni, ritirandosi, ufficialmente, nel 2011 alla soglia dei 44 anni. Nel frattempo è divenuto idolo pop grazie ai social ma, soprattutto, grazie ad uno stile di vita genuino, puro e senza fronzoli, così com’era in campo; Hübner, infatti, ha fatto della sua concretezza il suo marchio principale e, sempre lontano dai riflettori, è riuscito a farsi apprezzare ovunque grazie anche alle oltre 350 reti messe a referto in carriera.
Adesso, smessi i panni di calciatore e dopo una fugace esperienza da allenatore, Hübner è proprietario di un bar a Passarera (CR) ma non solo; idolo portante della pagina Facebook “Serie A – Operazione Nostalgia“, è anche uscito sugli scaffali con la sua autobiografia “Mi chiamavano Tatanka“.
La nostra intervista, però, nasce dal suo lungo e fruttuoso periodo al Brescia dove, dal 1997 al 2001, ha messo a referto 85 reti. Con le Rondinelle, inoltre, ha fatto il suo esordio in Serie A, a 30 anni compiuti, e si è reso protagonista, anche in coppia con Roberto Baggio, di annate memorabili. Ecco le parole di Hübner in vista di Brescia–Salernitana.
Questo sabato si affronteranno Brescia e Salernitana. Le Rondinelle hanno cominciato al di sotto delle aspettative questa stagione, la Salernitana, invece, è in vetta alla classifica. Sta seguendo questo campionato e si aspettava quest’inizio di stagione?
«Il Brescia non ha avuto un buon impatto con la Serie B dopo la retrocessione e l’avvio di stagione è stato negativo. La Salernitana è messa meglio ma c’è ancora molta strada da fare. Sbilanciarsi ad inizio campionato è sbagliato, bisogna aspettare un po’ prima di potersi fare un’idea».
I più giovani non lo ricorderanno, ma nella Serie B 1995-1996 ha segnato una doppietta alla Salernitana. In quella stagione, inoltre, è risultato anche capocannoniere. Che differenze ci sono tra la Serie B dei suoi tempi e quella attuale?
«La Serie B nella quale ho giocato io era un campionato molto diverso da quello di adesso. Ai miei tempi il campionato si divideva in due tronconi di circa 10 squadre, un gruppo lottava per la A e l’altro per la salvezza. Attualmente, invece, è tutto molto livellato; le piccole possono sempre sorprendere e finire in Serie A, mentre le corazzate non è detto che ammazzino il campionato».
Molti giocatori di oggi, come rimarcato spesso dagli amici di “Serie A – Operazione Nostalgia”, badano più all’apparenza che alla sostanza. Il suo completo opposto.
«Sì, anche se, fondamentalmente, è il calcio in sé che è cambiato. Ai miei tempi c’erano molti meno stranieri in rosa, non che sia un male, ma riuscivamo molto più facilmente a fare gruppo. Giocavamo a carte, eravamo sempre insieme e quei pochi stranieri che venivano, riuscivamo ad inserirli al meglio. Adesso, invece, ci sono cinque italiani, due argentini, tre dall’Est, un paio di senegalesi, è difficilissimo, purtroppo, riuscire a fare gruppo. Anche per questo, oggi, molti giocatori badano più ai primati individuali che a quelli di squadra, mancando l’unione del gruppo, manca la base della squadra!».
Negli anni è diventato una vera e propria icona pop e nostalgica, partito dalla periferia fino a diventare capocannoniere della Serie A. Alcuni indicano Caputo del Sassuolo, ma in quale calciatore attuale rivede un po’ di Hübner?
«Beh, son contento per quello che sta facendo Caputo e gli auguro veramente il meglio per ogni cosa. Difficile rivedermi in qualcuno in particolare pensa, però, che la mia Serie A era un campionato di fenomeni. Oggi ci sono moltissimi giocatori del mio livello, ma all’epoca per giocatori come me, Schwoch, Caccia, Francioso, Tovalieri e tanti altri, la Serie A era tostissima. C’erano Ronaldo, Batistuta, Trezeguet e ad altri “mostri”, oggi la Serie B deve servire da fucina per far crescere i giovani calciatori e mandarli in A».
Se la sente di salutarci con un pronostico su Brescia-Salernitana?
«Sono tifoso del Brescia e non posso che augurarmi una loro vittoria. Non me ne vogliate a Salerno, ma il Brescia ha bisogno di punti e deve vincere (ride, ndr)!».