Davide Carcuro, ex mediano della Salernitana, è tornato a parlare in esclusiva ai nostri microfoni dei granata ricordando il gol vittoria che qualche anno fa regalò il successo ai granata contro il Sudtirol.
Carcuro: “Quello fu il gol della liberazione”
Davide Carcuro è stato un mediano ricordato a Salerno per il famoso ‘vizio del gol’. Nelle 49 presenze collezionate tra il 2009 e il 2011 con il cavalluccio sul petto, il centrocampista attualmente in forza al Laventina si è iscritto al registro dei marcatori per ben 4 volte. Una di queste, proprio al ‘Druso’ di Bolzano, siglando il gol del definitivo 1-2 e regalando la vittoria alla Salernitana.
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A Salerno Carcuro ha vissuto due anni particolari relativamente al rapporto con i tifosi: nel suo primo anno le contestazioni a Lombardi segnarono inevitabilmente l’alchimia squadra-città. La stagione seguente invece, con Breda in panchina, regala alla storia una delle squadre più care ai tifosi salernitani, con i protagonisti che dimostrarono affetto e attaccamento alla casacca nonostante la difficile situazione economica del club. Di questo e di molto altro il mediano ha parlato ai nostri microfoni.
Nel 2009 siglasti il gol decisivo in casa del Sudtirol. Cosa ricordi di quel giorno?
«Fu un gol importantissimo per me, per la squadra e per la società: venivamo da un periodo negativo, dopo la retrocessione e con i tifosi in contestazione. Non vincevamo da tanto e quello fu il gol della liberazione. Da quel momento l’ambiente si ricompattò intorno alla squadra e cominciò la bella stagione finita poi, purtroppo, male nella partita col Verona».
A Salerno hai vissuto un anno difficile che culminò con la retrocessione. Come si affronta?
«Non è facile. La retrocessione porta ad un ambiente negativo che comporta anche la disaffezione della piazza, e non aiuta. Bisogna essere bravi a voltar pagina. I calciatori devono pensare solo al campo e a fare bene per cercare di tornare sù il prima possibile. Bisogna pensare partita per partita: se fai bene i tifosi tornano dalla tua parte e tutto diventa più semplice, specie a Salerno».
L’ultimo anno sembra aver allontanato la città dalla squadra. Cosa vuoi dire ai tifosi?
«Da calciatore della Salernitana ti garantisco che giocare con questi tifosi è come giocare in 12. A loro posso dire solo di stare vicino alla squadra, al di là delle questioni societarie. Allo stadio si va per supportare e non per contestare. Anche perchè, quando è l’Arechi che ti supporta, da calciatore dai il 110%. Il loro appoggio è troppo importante».
Il tuo pronostico per Sudtirol-Salernitana?
«Partita ostica, ma se la Salernitana gioca da Salernitana è qualitativamente superiore al Sudtirol. Il ‘Druso’ è uno stadio particolare, ma la spinta del pubblico granata in trasferta potrà fare la differenza».