L’intervista a Fabrizio Castori, il condottiero granata che ha conquistato la Serie A con la Salernitana.
Castori parla della Salernitana a Sky
Fabrizio Castori ha lasciato indubbiamente il suo marchio sulla promozione in Serie A della Salernitana, con il suo modo di fare calcio a volte molto criticato, ma che alla fine si è rivelato vincente. Ecco la sua intervista rilasciata a Sky.
Le sue parole sulla promozione:
«Mi sento realizzato, sono contento perché intanto abbiamo realizzato un sogno. Non solo per me, ma per questa gente: da anni sognava un momento come questo. È un popolo molto caloroso. L’ultima promozione è sempre la più bella, anche perché è più fresca: vincere è bello, lo è ancora di più se recente. È stato un campionato molto complesso, anzitutto perché è durato sette mesi anziché nove. Senza peccare di presunzione, penso che abbiamo compiuto un’impresa».
Poi i ringraziamenti alla società e le sue idee per il prossimo anno:
«Sono riconoscente a Lotito e Mezzaroma, nonché al direttore sportivo Fabiani: un allenatore senza società alle spalle fa fatica. Ogni categoria ha la sua tipicità, bisognerà inserire anche giocatori di Serie A. Mi piacciono giocatori di gamba, di velocità. Però se faccio un nome altisonante mi prendono in giro: prenderei volentieri Osimhen…No? Allora dico Mota Carvalho: in una squadra come la nostra farebbe molto bene».
L’allenatore granata spiega la sua idea di calcio
«Il bello è soggettivo. Se a me piace un calcio bello aggressivo, veloce, cercare la porta avversaria. Oggi è diventato di moda passare il pallone, io dico ai miei giocatori di attaccare la porta dell’avversario. A essere sincero quando vedo certe partite in televisione o cambio canale o mi addormento. Non capisco cosa servano tutti quei passaggi senza tirare in porta. Poi con questo sono arrivato a dieci campionati vinti: mi sento di dire che sono ancorato alle mie idee. Io guardo altri numeri: quanto veloce attacchiamo, quanto vinciamo i contrasti, quanto siamo bravi sulle seconde palle. A me piace il calcio di Klopp, di Simeone».