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La Coppa della Liberazione e la nascita della maglia granata

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Grazie alle testimonianze del giornalista Umberto Adinolfi, a capo dell’Associazione Macte Animo 1919 abbiamo raccolto delle informazioni sulla Coppa della Liberazione. Questo fu il primo torneo dell’Italia liberata e a trionfare fu proprio la Salernitana.

La Coppa della Liberazione, il primo trofeo della storia granata

Questo torneo non è mai stato riconosciuto dalla FIGC in quanto fu organizzato dal Comitato Regionale Campano della Federazione Giuoco Calcio. A portare avanti l’iniziativa fu il giornalista napoletano Mario Argento che, tra l’altro, fu il fondatore di Tutti gli Sport, celebre settimanale nato negli anni ’20. Alla base di questo progetto c’era la convinzione che la ricostruzione del morale dell’Italia e degli italiani passasse anche dai momenti di svago.

Il torneo venne organizzato nell’estate del 1944, fu poi svolto dall’inizio del periodo autunnale fino al dicembre dello stesso anno. Dunque, la Coppa della Liberazione fu il primo trofeo dell’Italia liberata dell’oppressione nazista. La  Coppa fu disputata in Campania e vi presero parte svariati club della regione tra cui Salernitana, Sangenarese, Cavese e Puteolana. A conquistare la Coppa della Liberazione fu proprio la Bersagliera che riuscì a superare Torrese, Bagnolese e Internaples nel girone finale.

Sfortunatamente, ad oggi la Coppa è andata perduta. Dunque, per ironia della sorte, il club di via Allende non può porre nella sua bacheca il primo trofeo disputato dopo la Liberazione dell’Italia.

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Un articolo di giornale che parla della vittoria della Salernitana della Coppa della Liberazione | ph: Associzione Macte Animo 1919

La nascita della maglia granata

La storia della Salernitana si lega alla Coppa della Liberazione non solo per la vittoria di quest’ultima ma anche perché questo trofeo è strettamente legato alla nascita della maglia granata. Difatti, fino a quel momento la società aveva utilizzato il bianco e l’azzurro come colori sociali.

Dopo la stagione 1942-43, i tornei sportivi si sospesero a causa delle operazioni belliche. Dunque, le società italiane avevano l’esigenza di ricostruire interamente l’ambiente calcistico. In primis bisognava trovare dei nuovi materiali tecnici da utilizzare in campo. Poco prima dell’inizio della Coppa della Liberazione, l’allenatore della Salernitana, Carmine Milite, ottenne il permesso di recarsi a Resina, l’attuale città di Ercolano.

Qui si svolgeva il mercato delle pezze americane, dove era possibile reperire quasi ogni genere di oggetto. Una volta giunti sul luogo, l’allora tecnico del club campano raccattò una ventina di maglie intime appartenenti alla 36ª Divisione di Fanteria, sbarcata a Bellizzi durante l’operazione Avalanche, e ai paracadutisti della 82ª Divisione Aviotrasportata. Tuttavia, gli indumenti in questione erano di colorazione improbabile: alcuni bianchi, altri tendenti al marrone. Dunque, di ritorno a Salerno, Milite e i suoi accompagnatori decisero di fermarsi presso un ferramenta del centro storico della città per acquistare una latta di colorante chimico rosso fuoco, marcata Iride.

Dopo aver immerso le maglie nel colorante, i salernitani notarono che le divise avevano assunto il caratteristico granata. Sin da subito, Milite e il resto della società si innamorarono di questa tonalità che è poi arrivata fino ai giorni nostri. La prima gara ufficiale che vide la divise granata indosso ai giocatori del club fu Salernitana-Torrese (8-0), giocata il 10 dicembre 1944.


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