«Siamo profondamente preoccupati di fronte alla crisi che tocca il nostro sport. Da diversi anni, nonostante il nostro impegno e il sostegno leale del pubblico, non riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi. Per questo comprendiamo la rabbia e la delusione dei nostri sostenitori. È tempo di smetterla di nascondere la realtà e di porsi le giuste domande per sperare di cambiare le cose. Il turnover di giocatori e allenatori è evidente ma non dovrebbero mettersi in discussione anche i dirigenti? Quali sono le ambizioni del calcio maliano? La professionalità dev’essere la nostra priorità per porre fine alle condizioni che ostacolano le nostre prestazioni».
«Riconosciamo gli sforzi dello Stato per migliorare le nostre infrastrutture, ma anche i risultati sono stagnanti a causa della cattiva gestione dei nostri leader. Chiediamo ai dirigenti della federazione di assumersi urgentemente le proprie responsabilità. Noi, i giocatori, siamo determinati a rappresentare con orgoglio il nostro Paese, ma abbiamo bisogno del sostegno e della visione illuminata di leader determinati a portare il Mali ai vertici della scena internazionale».
«Per questo, oggi, ci assumiamo le nostre responsabilità. Se la situazione rimane invariata, ci riserviamo il diritto di non onorare la selezione e di non partecipare alle prossime partite di qualificazione. Per amore verso il Mali e verso il nostro Paese, stiamo prendendo questa decisione delicata, ma necessaria per le generazioni future. Tutto questo deve finire. Ringraziamo i tifosi per la loro lealtà e passione. Siamo fieri di portare i colori delle Aquile e speriamo arrivino giorni migliori. Insieme possiamo superare questa crisi e riportare in alto il calcio maliano».