In occasione del match tra Salernitana e Lazio, valido per la 13ª giornata del campionato di Serie A, la nostra Redazione ha intervistato il doppio ex Domenico Cristiano. Ecco le sue dichiarazioni
Domenico Cristiano: “La Salernitana? Un’ottima squadra”
Domenico Cristiano ha vestito la casacca granata in Serie B tra il 1999 ed il 2001 (con in mezzo una breve parentesi, di sei mesi, alla Fermana). In totale, è sceso in campo con la Salernitana in 35 occasioni, segnando anche una rete. Partito dalla Lazio, con la cui maglia ha esordito in A, appena diciottenne, nel 1994, il centrocampista ravennate vanta 17 presenze in massima serie. Le ha accumulate quasi tutte nel periodo di militanza nelle fila dell’Ascoli (tra la stagione 2003-2004 e l’annata 2005-2006), squadra della quale è anche stato capitano.
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La sua carriera è stata quella di uno specialista della categoria cadetta, nella quale ha collezionato quasi 250 presenze. Nel 2008 arriva la decisione di scendere di categoria, per abbracciare il progetto della Pro Patria, militante nell’allora Lega Pro. Dopo tre buone stagioni, a 35 anni, abbandona le categorie professionistiche, per trascorrere le ultime stagioni tra Serie D e Prima Categoria.
La Lazio è stata la squadra che le ha dato la possibilità di esordire in Serie A. Come fu il primo approccio con la massima serie e con il mondo del professionismo?
«Io sono molto legato alla Lazio perché mi ha dato la possibilità di diventare un professionista. Fu un’esperienza fantastica già dal settore giovanile, poiché già in quel momento facemmo grandi cose. Quel gruppo di cui facevo parte è partito dai Giovanissimi ed è andato avanti fino alla vittoria del Campionato Primavera ed alla prima squadra. Oltre a me c’erano calciatori come Nesta, Di Vaio, Iannuzzi, Franceschini. Era una grande squadra».
Che ricordi ha, invece, degli anni trascorsi a Salerno?
«Ricordo quegli anni come un percorso di crescita: sono arrivato in una piazza importante e complicata con grandissime aspettative. Sinceramente non ho fatto bene, anche a causa di problemi fisici: ti dico solo che per un periodo hanno pensato che avessi la pubalgia, ma in realtà avevo un’ernia. Però, in generale, potevo fare di più. Ho avuto grandi difficoltà, ma, ripeto, è stato un importante percorso di crescita, che mi ha fatto capire molte cose. Con una piazza così ti rendi conto di quanto tutto questo sia importante per la gente. Nonostante tutto, è stata un’esperienza bellissima».
Saprà del momento non proprio felice della Salernitana. Cosa manca alla squadra secondo lei?
«Io credo che la Salernitana sia un’ottima squadra, che viene anche da una bella salvezza. Purtroppo, non vedendo risultati, ci sarà stato un momento di agitazione. In questi momenti quel che conta è stare compatti, tutti: a partire dal presidente, passando per il nuovo tecnico e per i ragazzi. La Salernitana può uscire da questa situazione».
Da ex centrocampista, vede meglio la squadra con una mediana a due o con un più coperto centrocampo a tre?
«Guarda, non ti so dire. Faccio fatica a dire la mia perché non vedo quotidianamente la squadra, però ho molta fiducia nel mister. Tra l’altro non mi dispiaceva nemmeno Sousa, però è normale, quando i risultati non arrivano, che ci debba essere un cambio. Io, in generale, preferisco sempre un centrocampo a tre, così da dare alle mezzali la possibilità di giocare con più tranquillità, sapendo di essere coperte. Però, ovviamente, non è sempre la strada giusta».
Crede sia possibile ‘recuperare’ qualche calciatore, come, ad esempio, Maggiore?
«Alla fine sta ricominciando a giocare. L’unica cosa che mi sento di dire è che se si ha fiducia in un giocatore i momenti difficili passano tutti: è solo giocando che può dimostrare il proprio valore. A me Maggiore piace molto e penso che gli sia successo qualcosa di simile a ciò che capitò a me. È arrivato con grandi aspettative, ha avuti problemi fisici e dopo le prime partite sottotono l’hanno etichettato in una certa maniera. Ci vorrebbero più tranquillità e pazienza nel giudicare».
Cosa pensa di questa Lazio? Anche a lei sembra meno brillante rispetto alla scorsa stagione?
«Il doppio impegno sta togliendo tanto alla Lazio. Quest’anno, per la prima volta, sono riusciti ad allestire una squadra con una buona panchina, ma stanno facendo molta fatica. Alla fine, Sarri è un allenatore che punta sempre sugli stessi giocatori e questa necessità di cambiare crea dei problemi a lui ma anche a calciatori non abituati a queste situazioni».
Un pronostico per la gara di sabato?
«Io sono tifoso della Lazio, ma mi sento prima di tutto tifoso del calcio, quindi mi fa piacere quando chi gioca meglio ottiene buoni risultati. Spero in una bella partita, con tante emozioni e tanti colpi di scena. La sparo: 2-2. Quando la Salernitana gioca in casa, con quel pubblico, è sempre complicato batterla. Poi, se parte forte come sta facendo ultimamente e riesce anche a mantenere il ritmo, può far bene».