Primo stop in campionato alla seconda giornata con il Sudtirol a Bolzano per la Salernitana targata Martusciello.
I granata rimontano per due volte lo svantaggio per poi soccombere negli ultimi secondi del recupero finale.
Sudtirol-Salernitana: la doppia rimonta non basta
Il trainer ex Lazio utilizza il consueto canovaccio tattico del 4-3-3 facendo ricorso abbondante a risorse alternative per sopperire alle tante assenze. Maggiore si aggiunge alla lunga lista per un risentimento nel riscaldamento.
Tongya sono le inedite mezzali, tridente Valencia-Simy-Kallon.
Coulibaly e Legowski non convocati perché ormai sull’uscio. Il mercato influisce sulle scelte e sulle disponibilità, non solo sulle entrate, quelle effettive e quelle mancate. La querelle Joao Pedro ha lasciato strascichi tra DS, proprietà e tifoseria, tutti consapevoli della necessità di un innesto in attacco di spessore per la categoria. Tutti tranne il patron, forse. La necessità di trovare acquirenti per le quote societarie e di fare cassa in questo momento la fa da padrona su ogni valutazione tecnica.
I tirolesi, schierati con uno scolastico 3-5-2, giocano un calcio semplice ed efficace, con i giocatori pronti a seguire i dettami del mister Valente.
Linee compatte, difesa bassa e pronta a fare densità con il sostegno del centrocampo. L’attacco è pronto a cercare le ripartenze negli spazi dietro la compassata difesa della Salernitana.
Alla mezz’ora i padroni di casa trovano il vantaggio su penalty ad ad un’indecisione nell’intervento sull’uomo di Velthuis. Ancora lui, ancora una prova insufficiente dell’ex Sparta Rotterdam.
Il pari porta la firma dell’esordiente Tongya, fin a quel momento non sufficiente nella sua prestazione.
Tuttavia, la difesa della Bersagliera è in giornata versione burrata e regala il raddoppio al Sudtirol senza grandi sforzi. Pochi gli spazi per il fraseggio, poche le idee in fase di costruzione, errori in fase difensiva, alcuni giocatori sono fuori partita, Valencia su tutti. E’ Sepe a compiere un miracolo che evita il tris allo scadere. Ed infatti, il tecnico cambia subito all’intervento proponendo Verde e Braaf.
La Salernitana rincorre, il Sudtirol la spunta in zona Cesarini
La ripresa e’ dai due volti. Dapprima si nota in campo una Salernitana ridisegnata e con persolita invidiabile. In fase offensiva i granata sono temibili e cercano spesso l’uno-due, giocando quasi esclusivamente con passaggio corto a terra. I biancorossi arretrano il baricentro, gli ospiti manovrano con più convinzione.
La Salernitana acquista nuova verve e pericolosità grazie ad una maggiore qualità nei singoli e nello sviluppo dell’azione. Il nuovo entrato Braaf regala il pari con un colpo di biliardo in una selva di maglie biancorosse. L’assist è di Simy, l’unico bagliore in una gara prevalentemente di ombre, sebbene l’ex Crotone non sia stato quasi mai servito in maniera adeguata.
La partita si sviluppa sul filo di lana col trascorrere dei minuti, i granata sembrano averne di più dando l’impressione di poter conquistare l’intera posta in palio, ci credono ma non affondano il colpo decisivo, mancando in fase offensiva negli ultimi sedici metri.
Il Sudtirol, squadra tignosa di categoria, approfittano della leziosità degli uomini in maglia gialla, dell’approssimazione dell’arbitro Perenzoni nel calcolo del recupero e nella visione dei falli, e finanche delle scelte avventate di Martusciello. Lanciare Di Vico nella mischia finale non è stata un’intuizione illuminata, per sua stessa ammissione.
Nella mischia finale il Sudtirol trova la zampata da tre punti che raggela i tanti tifosi del Cavalluccio giunti a Bolzano per sostenere senza sosta come sempre la maglia.
La squadra granata esce ugualmente dal campo accompagnata dagli applausi dei propri tifosi per aver combattuto fino alla fine, anche contro i propri limiti tecnici in termini di organico. La beffa è atroce ma non del tutto immeritata la sconfitta. Dalla Salernitana e’ lecito attendersi di più contro una compagine come il Sudtirol, al di là della garra.
La partita, dopo gli impegni con Spezia e Cittadella ha altresì mostrato le carenze strutturali dell’organico, certamente ben note ad addetti ai lavori attenti e professionali come Petrachi e Martusciello. Le sconfitte possono aiutare a crescere, come gruppo e per comprendere dove correggere i difetti strutturali. Possono essere salutari per intervenire a tempo ove ancora necessario.
Le vittorie sofferte contro Spezia e Cittadella hanno celato i limiti del roster della Salernitana attuale. La rosa va indubbiamente potenziata in tutti i reparti in quest’ultima settimana di calciomercato. In primis occorre intervenire nel reparto nevralgico offensivo con un elemento che garantisca finalizzazione e contemporaneamente maggior dialogo stretto con gli elementi che stazionano su trequarti ed esterni. Anche la difesa necessita di attente valutazioni, frattanto l’impiego di Daniliuc al centro potrebbe essere una soluzione alternativa per garantire maggior solidità al reparto, in attesa di almeno un innesto firmato Petrachi. In mediana sarà necessario utilizzare elementi più dotati di gamba e intensità per conferire maggior equilibrio tra i reparti. Da rivedere Tongya con una condizione ottimale.
Le porte girevoli a Salerno non aiutano ma fanno parte del gioco e ancor più di questa fase storica e di transizione del club. Le idee, innanzitutto nella stanza dei bottoni, dovranno essere chiare e le soluzioni dovranno essere pronte, manca poco al gong finale e bisogna porre tutte le basi per una stagione quantomeno tranquilla e di partenza per un nuovo futuro.