Fuori i cori, dentro un silenzio che fa male e mortifica…
Ancora silenzio all’interno della sala stampa. Appena finita la partita, manco a dirlo, nessuno dei tesserati della Salernitana si è presentato ai microfoni dei cronisti. Non un silenzio stampa totale (Pucino e Djuric a Dazn a bordo campo, ndr), ma con la stampa locale. La necessità, insomma, di nascondersi… dietro a un dito.
I silenzi che fanno male
Fuori cori, rabbia e contestazione. Dentro il silenzio. Questo un po’ lo spaccato della Salerno calcistica degli ultimi giorni maturata nel pomeriggio. Fuori dai cancelli rimangono circa 400 tifosi arrabbiati, per lo più delusi. I più avvertono una mortificazione per quella che è qualcosa di più di una passione. L’anno del centenario è appena iniziato da tre mesi e forse, qualcuno, già spera possa finire quanto prima. Mandare in cantina una delusione forse anche più ampia dei 24 anni passati in Serie C. Il centenario è un’occasione speciale, viverla così fa male ai tifosi. Viverla nella contestazione anche peggio. Per non parlare del silenzio che vige dall’altra parte. Forse la parte cui fa più male. Perché dall’altra parte c’è chi si aggrappa ancora a quella iscrizione in Eccellenza mancata, come se fosse quella la mortificazione peggiore. Arrivare ed essere parcheggiati in Serie B, dimenticati e nascondersi dietro un “Vogliamo portare la Salernitana in Serie A” quando gli stessi regolamenti lo proibiscono. Vorremmo ricordare che anche a chi riuscì l’impresa di portare i granata in massima serie non ha comprato un posto in Paradiso nel cuore dei tifosi. Perché? Semplice, perché l’unica merce di scambio è il rispetto… c he almeno ci si mettesse la faccia come i 400 fuori ai cancelli.