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Iervolino: “Grinta incredibile. Progetto a medio-lungo termine. Sulle ultime gare…”

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Questa mattina a Radio Anch’io Sport hanno parlato il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, e il DS Walter Sabatini. Ecco le loro parole.

Salernitana, Iervolino: “Nelle ultime tre gare grinta incredibile”

Il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, e il DS Walter Sabatini sono intervenuti questa mattina a Radio Anch’io Sport. Tra i temi toccati ci sono i nuovi progetti per un eventuale restyling dello stadio, le speranze di salvezza, i ricorsi vinti e le sensazione dall’arrivo del nuovo allenatore Nicola. Il patron granata ha anche parlato dell’acquisizione del club e di Lotito.

Le parole di Iervolino

È un progetto ambizioso il suo, è stata dura la trattativa per il passaggio di consegne con il presidente Lotito?

«A dire la verità non abbiamo avuto alcun rapporto con Lotito. La Salernitana è stata trasferita per mezzo dei trustee, che hanno provveduto alla vendita. Non ho avuto rapporti con Lotito e ancora non ho avuto il piacere di salutarlo. Nelle ultime assemblee ho partecipato in video-call».

È un progetto a lungo termine il suo?

«Chiamiamolo a medio-lungo termine. Ci sono cose che possiamo realizzare anche velocemente, come tutto il matrimonio con la rivoluzione digitale, con l’esperienza immersiva che vorrei far vivere da qui a breve ai tifosi attraverso un’app innovativa. Poi c’è un progetto con Technogym per aiutare le performance dei calciatori. C’è la questione di medio-lungo periodo che è quella dello stadio e delle infrastrutture sportive. Sono convinto che a Salerno si possa fare tanto, c’è grande entusiasmo e c’è un rapporto fisiologico sano con l’amministrazione».

Il progetto nuovo stadio prevede un rinnovamento dell’Arechi o un impianto nuovo?

«Ci siamo affidati ad una Big Four per avere una consulenza globale, per comprendere se gli spazi esistenti siano efficienti per operare un restyling fruttuoso oppure dovremo convergere direttamente su un nuovo stadio. Da qui a massimo 30 giorni capiremo qual è la soluzione migliore, quella che può darci maggiori garanzie».

La Salernitana ha 14 punti, deve recuperare le partite con Venezia e Udinese e se le vincesse andrebbe a 20 e non sarebbe ancora salva. Quante probabilità ci sono per la salvezza?

«Sicuramente non sono tantissime perché altrimenti vorrebbe dire non guardare la realtà, ma non sono neanche misere. Abbiamo visto nelle ultime tre gare una grinta incredibile. Abbiamo dimostrato onestamente di poterle vincere tutte e tre. Con lo Spezia c’è un rigore non dato; con il Genoa Mikael è caduto sul dischetto dell’area, scivolando; contro il Milan abbiamo fatto una prestazione incredibile, quindi sono fiducioso».

Lei è un imprenditore, in un calcio come quello della Serie A quale sarebbe la strada da prendere per cambiare rotta?

«Sono l’ultimo arrivato, quindi non vorrei essere troppo presuntuoso. Devo dire che ci sono tante cose che non vanno. Il rapporto con i procuratori è un rapporto a cui bisogna dare necessariamente un freno. Sicuramente l’equilibrio finanziario, a cui tutte le squadre anelano ma che nessuno o quasi riesce a raggiungere. Poi c’è tutto il discorso sulla voglia di riportare il calcio italiano ad essere un’industria molto più importante di quella che è. Anni fa eravamo la seconda, oggi siamo la quarta/quinta in Europa in termini di diritti. Poco appeal. L’appeal sta scendendo tra i giovanissimi che non vanno più allo stadio. Bisogna riportare le famiglie allo stadio in totale sicurezza. Bisogna sposare la rivoluzione digitale, bisogna rendere l’esperienza dello stadio più spettacolare».

La scelta di affidarsi a un nome prestigioso e abilissimo come quello di Sabatini è stata sua?

«Sì, devo dire che il direttore Sabatini è una leggenda del calcio. È dotato di una capacità di mettere insieme un team che è unica. È una grande personalità, con lui ho un feeling incredibile. Lui cercava un ruolo in cui avere anche la totale responsabilità del gruppo. Io quando dò delega rispetto totalmente i ruoli, quindi lui è il ‘dominus’ della squadra. Penso che saprà fare bene».

La Lega Serie A cerca un presidente: il nome di Bonomi può essere stato ‘bruciato’? Quanto le piace questo aspetto più politico da quando è presidente di una squadra di calcio?

«Il nome di Bonomi è un identikit perfetto. Mi auguro che sia tutt’altro che bruciato e che possiamo convergere tutti nella sua figura. Penso che sia una figura istituzionale e autorevole, che abbia un dialogo costante con il governo. Credo abbia la mentalità adatta per far girare la macchina con efficienza, e ha anche quel giusto distacco per poter vedere le cose da un altro punto di vista. È la persona ideale».

Il suo approccio in Lega com’è stato?

«Devo dire: un po’ tumultuoso. Il periodo non è facile e poi l’assemblea è molto disordinata. Rischiano di far volare gli stracci. È una riunione di condominio bella tesa. Me l’aspettavo diverso, è difficile».

Le parole di Sabatini

Parole lusinghiere. Il suo lavoro è cominciato nel migliore dei modi.

«È un lavoro di squadra, come vedrete. Non è una piccola cosa quella che il presidente e i legali hanno ottenuto: la possibilità di rigiocare due partite che hanno acceso nuove speranze nel club e nella città. Anche quella che è stata una vittoria quasi sul campo sono punti o possibili punti. È stata una cosa del gruppo, una cosa fantastica. Sono riusciti a ribaltare decisioni che erano sbagliate e penalizzanti per noi».

Con il Milan potevate anche vincere?

«Abbiamo creato un presupposto: capire se un gruppo di calciatori assemblato in fretta avrebbe potuto diventare una squadra, o meglio, essere una squadra. La partita con il Milan ci ha detto di sì. Affronteremo le restanti partite con questa consapevolezza, cosa che non era possibile fino ad un mese fa, con la vecchia società».

È bastato Nicola a risvegliare tanti giocatori che sembravano un po’ rassegnati?

«Nicola ha avuto un impatto fenomenale, ma non sottovaluterei il suo staff. È una qualità dell’allenatore: costruire e lavorare con uno staff importante che abbia coesione, forza nel linguaggio, interazione. Si è presentato con i suoi collaboratori e ha portato una scarica adrenalinica che ha immediatamente preso una squadra. Come persona è straordinario, si assume le sue responsabilità. Un allenatore di alto livello. Alla sua presentazione ho detto: “Non vorrei che per Nicola si adotti il solito cliché da ‘sergente di ferro’, allenatore della salvezza”. Nicola è un allenatore a tutto tondo e sa comporre tutto il gruppo».

«Mi sono impegnato con città e presidente ad accettare qualsiasi decisione con il club. È una città che dà affetto e stima e io ne ho bisogno».


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