Con la sospensione di tutti i campionati causa COVID-19, abbiamo chiesto ai vari colleghi d’Italia come, sia loro e sia le proprie squadre, stanno vivendo questo delicato momento. Ad inaugurare la “speciale rubrica” è stato Mario Vollono, giornalista vicino alle sorti della Juve Stabia.
Intervista al collega stabiese Mario Vollono
Le opinioni del collega Mario Vollono, vice-direttore di Vivicentro.it, in merito al delicato momento attraversato dal popolo italiano e, in modo particolare, dal mondo sportivo professionistico:
Ciao Mario. Innanzitutto, grazie per aver accettato questa intervista telefonica in un momento così delicato. Come stanno affrontando i tesserati della Juve Stabia questo momento difficile?
«La società ha deciso di sospendere fino al 15 marzo tutte le attività, comprese quelle di allenamento, quindi, di conseguenza, i calciatori resteranno a casa. Anche prima che partisse questo decreto già si era stabilito l’annullamento degli allenamenti degli under 16 e under 17, lasciando solo la Primavera. Mentre ora è tutto fermo fino al 3 aprile».
Il 4 aprile si sarebbe dovuto giocare Juve Stabia-Benevento e subito dopo Salernitana-Juve Stabia. Due derby campani che, a questo punto, rischiano di saltare definitivamente.
«Sicuramente questa sosta forzata ha creato problemi a molti calciatori. Alcune società hanno anche escogitato dei particolari allenamenti tramite WhatsApp. Ciò che è certo è che ora è più importante la salute di tutti gli italiani. Ad ogni modo, dubito che il 4 aprile si possa riprendere il campionato».
La città di Castellammare di Stabia come sta affrontando questa situazione?
«Si respira, grosso modo, la stessa aria che tira in tutta Italia. A dire il vero, ho l’impressione che all’inizio abbiamo un po’ tutti sottovalutato questa situazione. Anche il governo e la parte sanitaria, rendendosi conto troppo tardi della gravità. A Castellammare di Stabia è da domenica che la gente ha iniziato a capire che non bisogna uscire. Fino a sabato sera c’erano ancora persone assembrate nei locali. Adesso la decisione di chiudere tutto ha liberato un po’ le strade, anche se c’è ancora qualcuno che in città esce in barba a qualsivolgia decreto o consiglio di rimanere a casa».