Neppure il derby riserva soddisfazioni ed emozioni alla tifoseria granata, accorsa non in massa allo stadio. Un gol per tempo bastano ai partenopei per conquistare abbastanza agevolmente la gara dell’Arechi.
Fazio e compagni indossano la commemorativa maglietta bianca (un pugno nell’occhio per l’evento) che non porta bene in casa del Cavalluccio. Mister Inzaghi cambia il canovaccio ancora una volta dopo aver adottato il 3-4-2-1 e il 4-3-3. Salernitana stavolta in campo con i’inedito modulo 4-2-3-1.
Dinanzi a Ochoa schierati Mazzocchi (il migliore dei suoi), Fazio, il positivo Pirola e Bradaric, copia irriconoscibile dell’esterno mancino dello scorso anno.
Cerniera di centrocampo a due con i dinamici Coulibaly e Legowski, che patiscono oltremodo l’inferiorità numerica e la qualità della mediana azzurro composta da un trio fenomenale Anguissa-Lobotka-Legowski.
Tridente offensivo formato da Candreva, Dia e Tchouna, a supporto della punta pesante Ikwemesi. Trequartisti con i due esterni posti sostanzialmente sulla linea è piuttosto avulsi dalla manovra. La scelta del trainer piacentino mira a limitare le scorribande dei terzini napoletani, Di Lorenzo in primis, ma si rivela limitativa per le iniziative offensive dei padroni di casa.
Il centravanti nigeriani è spesso isolato e poco incisivo per qualità ed esperienza, Dia cerca di strafare ed è l’uomo più atteso dalle cure della difesa ospite.
I granata, complice l’errore del guardalinee sul fuorigioco, vanno subito dopo nemmeno un quarto d’ora e la gara si fa in salita.
La Salernitana cerca di reggere l’urto (grazie anche ad un sempre attento Ochoa) e ribatte solo con qualche corner sempre mal gestito.
Inzaghi sembra aver fiducia nei suoi, che combattono quantomeno con grinta in campo, ed infatti opera addirittura le prime sostituzioni dopo 70 minuti. Fazio, Legowski e uno stanco Ikwemesi lasciano spazio a Daniliuc, Bohinen e Stewart. Nessuna variazione di spartito tattico.
La musica, tuttavia, non cambia, la scossa auspicata non arriva, il Napoli controlla la partita agevolmente.
Esce di scena anche un esausto Candreva per far spazio e Kastanos ma i granata in attacco non scalfiscono la retroguardia avversaria.
Con l’uscita di Kvara e Politano al minuto 81 Inzaghi fa all-in inserendo Botheim per Mazzocchi e passando alla difesa a tre. Nemmeno in giro di lancette ed il subentrato Elmas scrive la parola fine sulla gara.
Il tecnico nel post gara annuncia il reintegro di Simy in lista poiché ha assoluto bisogno dell’attaccante in rosa. Uno tra Cabral (infortunato), Botheim e Stewart dovrebbe uscire.
La scelta inevitabilmente sconfessa i programmi societari e la pianificazione tecnica di De Sanctis, ormai verso l’uscio.