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“Fracaso” della Salernitana sul campo della Lazio. L’analisi del match

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Troppa Lazio per questa Salernitana. All’Olimpico, i biancocelesti strapazzano per 4-1 i granata nonostante le numerose assenze. Di seguito, l’analisi della partita.

Lazio-Salernitana: le formazioni

Lazio e Salernitana di fronte all’Olimpico per cercare di riscattare una stagione avara di soddisfazioni. Tudor ha a che fare con tante assenze e tutte importanti: Provedel, Romagnoli, Pellegrini, Guendouzi, Zaccagni e Immobile. Il tecnico croato, per ovviare alle mancanze, ha ridisegnato la squadra iniziale con un 3-4-2-1 inedito. Davanti a Mandas, difesa a tre composta da Patric, Casale e Mario Gilà. A centrocampo, due tornanti di gamba come Marusic e il recuperato Lazzari, mentre in mediana agiscono Kamada e Vecino. La trequarti vede Felipe Anderson e Luis Alberto agire alle spalle del “Taty” Castellanos.

Colantuono cerca di rispondere con un 4-4-1-1 molto accorto e studiato più per limitare i danni che per altro. Costil in porta; difesa a quattro con Gyömbér e Zanoli terzini e la coppia centrale composta dal rientrante Boateng e Pirola, con Manolas lasciato in panchina. A centrocampo, Maggiore e Coulibaly compongono la cerniera centrale, mentre sulle fasce si trovano Bradaric e Tchaouna. Candreva viene posizionato alle spalle dell’unica vera punta, il nigeriano Ikwuemesi.

L’analisi del primo tempo

La Lazio sfrutta la sua maggiore qualità per mettere in difficoltà i granata, affidandosi all’estro di Felipe Anderson e Luis Alberto per innescare gli inserimenti per vie centrali di Castellanos e Vecino. Sulle fasce, Lazzari e Marusic mettono in seria difficoltà i terzini di Colantuono grazie alla loro fisicità e alla loro corsa.

La Salernitana prova a colpire affidandosi a difesa bassa e contropiede, ma sarà proprio una ripartenza mortifera dei biancocelesti a far crollare il muro granata dopo appena 7′. Felipe Anderson ruba palla a Candreva su un calcio di punizione, punta la difesa della Salernitana in area, evita Pirola con una finta di corpo e batte Costil con un piazzato all’angolino. La gestione della palla di Candreva sulla punizione di Pirola è più che rivedibile: a Felipe Anderson non è parso vero riuscire a rubare facilmente il pallone sull’1 vs 1 e arrivare così agilmente verso la porta.

Il raddoppio degli uomini di Tudor arriverà addirittura al 14′, su azione da calcio d’angolo. Cross di Luis Alberto, Gyömbér stoppa con la mano un colpo di testa di Castellanos, ma sulla ribattuta arriva come un falco Vecino che non perdona. Il 2-0 ha visto una marcatura veramente blanda da parte dei difensori granata. Boateng è troppo passivo sia sul colpo di testa di Castellanos che sulla ribattuta di Vecino, mentre Gyömbér non sembrava neanche cosciente di quanto stava accadendo in area.

Quando la partita sembrava avviata al monologo, la Salernitana riesce a riaprire subito il discorso al 16′. Il pressing alto dei granata permette di recuperare palla con Pirola sulla trequarti con un fallo. Innescato Bradaric sulla sinistra, il croato arrangia lo scambio tra Ikwuemesi e Maggiore che permette a quest’ultimo di arrivare al cross sulla sinistro per lo stacco vincente di Tchaouna. 2-1 e partita riaperta.

Le due squadre si aprono e ciò permette ad entrambe di potersi scatenare in rapidi contropiede. Nonostante la tattica del fuorigioco sia riuscita a mettere fuori causa in diverse occasioni le bocche di fuoco aquilotte, la Salernitana sarà costretta a raccogliere il terzo pallone in fondo al sacco al 35′. I movimenti di Castellanos e Luis Alberto sulla linea dei difensori disorientano la retroguardia granata e ciò permette allo spagnolo di lanciare in area Felipe Anderson che non ha problemi nello spiazzare Costil in uscita. Il 3-1 è un risultato severo, ma è esplicativo della differenza di valori presente in campo.

L’analisi del secondo tempo

Triplo cambio per Colantuono in avvio di ripresa. Manolas, Legowski e Sambia vanno a rilevare Boateng, Maggiore (infortunato) e Zanoli, non cambiando l’atteggiamento tattico.

La solfa non cambia: il predominio territoriale della Lazio è imbarazzante e le combinazioni rapide in verticale fanno penare la retroguardia granata. L’intesa tra i vari Kamada, Luis Alberto e Felipe Anderson fa venire il mal di testa ai difensori e i biancocelesti arrivano al tiro anche con estrema facilità. Al 60′, infatti, è servito un intervento miracoloso di Costil per stoppare l’ennesima combinazione centrale che ha visto Luis Alberto arrivare al tiro facilmente su assist di Felipe Anderson. La Lazio non demorde e, al 67′, va vicinissima al 4-1 con un rimpallo tra Legowski e Castellanos che stava per premiare l’argentino.

La Lazio fa entrare Hysaj al 58′ al posto di Marusic, mentre Colantuono risponde al 76′ inserendo Weissman al posto di Ikwuemesi. Con Tchaouna come unica luce a livello offensivo, il tecnico granata cerca di rinforzare l’attacco con un bomber d’area per creare maggiore densità. All’80’, Tudor si gioca le carte Pedro, Cataldi e Rovella al posto di Castellanos, Luis Alberto e Vecino: falso nueve in avanti e doppio play con spostamento di Kamada sulla trequarti. All’84’, il tecnico croato getta nella mischia anche Isaksen al posto di Gilà, mantenendo comunque il 3-4-2-1 iniziale arretrando Hysaj sulla linea dei difensori. Colantuono risponde 1′ più tardi inserendo Martegani al posto di uno spento Candreva. Proprio Isaksen, all’87’, realizza il 4-1 sfruttando un intercetto di Rovella su un passaggio azzardato di Gyömbér. Il diagonale del danese è imprendibile per Costil e mette il punto esclamativo su una contesa mai veramente iniziata.

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