Ritorna la Serie B e in occasione della gara tra Lecce e Salernitana abbiamo intervistato il doppio ex Alfonso Camorani. L’ex centrocampista ha parlato delle emozioni vissute nelle due piazze, della stagione e attuale e della sua nuova esperienza da allenatore.
Salernitana, Camorani: “A Salerno sarei rimasto a vita”
Il doppio ex di Lecce e Salernitana, Camorani, si è reso disponibile per scambiare qualche parola. Non si è parlato soltanto del match di domani sera ma anche delle esperienze vissute tra Lecce e Salerno, delle emozioni che si vivono a giocare per e contro piazze del genere, della sua nuova vita da allenatore e di qualche collega.
Alfonso Camorani esordisce con la Salernitana nella stagione 2001-2002. L’occasione è un match di Coppa Italia tra i granata e l’Ancona perso 3-1 allo stadio “Del Conero“. Da lì in poi due stagioni e mezzo in granata, intervallate dalla prima parentesi, sempre in B, al Lecce. Con la Salernitana circa settanta presenze tra Serie B e Coppa Italia.
Con i salentini l’appuntamento arriva dopo due stagioni. Prima però una metà stagione alla Fiorentina e la soddisfazione dell’esordio in A con il Siena di Gigi Simoni. Quindi, nell’estate del 2005, il passaggio al Lecce con il quale disputa ancora una volta la massima serie.
Dopo la retrocessione dei salentini resta in Puglia fino a gennaio 2007, quando passa al Treviso. Segue l’esperienza con lo Spezia in cadetteria e poi diversi anni, prima in Serie C e infine in tra i dilettanti, vestendo, tra le altre, le maglie di Pescara, Nocerina e Gelbison.
Nella stagione 2019-2020, dopo una carriera lunga più di venti anni, finisce in panchina. Ma come allenatore. La sua prima esperienza è in Eccellenza con il Tre Pini Matese, con i casertani vincerà il campionato e la Coppa Italia di categoria. Il filo rosso è sempre lo stesso: la passione per il calcio.
L’intervista
Ha giocato con entrambe le casacche. Salerno e Lecce sono due piazze caldissime, chi le ha trasmesso più calore?
«Sono due squadre che mi hanno dato tantissimo, difficile scegliere. Ho giocato in tante piazze importanti, come Firenze e Siena, certamente Salerno e Lecce sono quelle che ricordo di più. A Salerno sarei voluto rimanere a vita, ma i matrimoni si fanno in due e con Aliberti non trovammo l’accordo per il rinnovo. Comunque a lui devo tanto, mi ha portato dalla C2 alla B. Di lì a poco avrei esordito in Serie A».
Da avversario, invece, ha affrontato una sola volta la Salernitana all’Arechi, proprio con la maglia del Lecce. Che effetto fa giocare a Salerno, che sensazioni si provano?
«Fu un’emozione bellissima, solo a parlarne ho i brividi. Salerno mi aveva dato tanto ed era un’emozione forte tornare all’Arechi. D’altronde credo sia il sogno di ogni calciatore poter giocare in stadi così importanti davanti a 20/30mila spettatori».
Tornando ad oggi. La Serie B è un campionato molto combattuto, in particolar modo la stagione attuale è estremamente equilibrata. Dove crede possa arrivare questa Salernitana?
«A luglio nessuno credeva che la Salernitana avrebbe potuto disputare un campionato di vertice. Se qualcuno l’avrebbe detto ci saremmo messi a ridere. Adesso non è più una scommessa ma una certezza di questo campionato, è lì da inizio stagione. Anche se non dovesse arrivare la promozione c’è da fare i complimenti alla squadra e alla società per il lavoro svolto.
Quando è arrivato Castori c’era scetticismo, perché negli anni scorsi aveva sempre ottenuto salvezze. Invece ha dimostrato quanto conta la sua esperienza. Il Monza ha speso più soldi di qualche squadra di Serie A e ad ora è dietro Lecce e Salernitana, la SPAL ha un rosa molto forte sulla carta ma le aspettative fin qui sono state disattese. Il Frosinone sono tre anni che prova a salire ma finisce a metà classifica. Non sempre vincono i soldi, in queste categorie c’è bisogno di esperienza, devi conoscere il campionato ed avere fame».
Da qualche anno è diventato allenatore. Come procede la nuova carriera?
«L’anno scorso ho avuto la mia prima esperienza da allenatore. Con il Tre Pini Matese abbiamo vinto il campionato e la Coppa Italia di categoria, ciononostante non sono stato riconfermato. Nella mia carriera sono stato fortunato, ho avuto tanti ottimi allenatori come Zeman, Pioli, Mondonico, Simoni. Da loro ho potuto imparare tanto».
Ne è pieno il calcio di esempi di questo tipo, mi viene in mente proprio Pioli che ha rischiato la panchina nonostante gli ottimi risultati.
«Purtroppo nel calcio capita spesso, sono poche le società che puntano sull’allenatore. Ci sono pochi esempi, uno di questi è De Zerbi. Il Sassuolo punta molto su di lui e credo che diventerà un grande allenatore. Il migliore è Allegri, è l’unico che sa leggere davvero le partite, non gioca sempre con lo stesso modulo e sa cambiare in corsa. Magari non è esprime un gran gioco ma ciò che conta sono i risultati alla fine».
Concludiamo con un pronostico su Lecce-Salernitana
«Direi “X”, un bel pareggio. Alla fine non sarà questa gara a decidere le sorti del campionato per le due squadre, ci saranno ancora sette partite fino alla fine della stagione. Spero che tutte e due possano centrare la promozione, sarei felicissimo. Sono due piazze che meriterebbero di fare sempre la massima serie. Il Lecce è spesso in A, ancora non ho capito perché non riesca a fare lo stesso anche la Salernitana».