La chiamata dalla nazionale polacca era arrivata un po’ a sorpresa per Mateusz Legowski, giovane centrocampista della Salernitana. Arruolato nell’Undere-21 all’arrivo a Salerno, le sue prestazioni in granata gli sono valse la convocazione tra i grandi per le qualificazioni agli europei.

Legowski tra Salerno sogni e Nazionale

Il 20enne polacco è alla sua prima convocazione nella Nazionale maggiore, con sette compagni di squadra che giocano nella nostra Serie A. E per il secondo anno di fila la Salernitana ha una sua personale rappresentanza nella formazione polacca dopo quella di Piatek: «La scelta della Salernitana è quella giusta per me. Ho sentito che era la decisione più corretta», così il suo esordio in cui, dal ritiro biancorosso, nell’attesa della gara di stasera con la Repubblica Ceca , parla dei Granata.


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Ed è così che ripercorre il suo arrivo a Salerno, il confronto con i suoi conoscenti già qui nel campionato italiano. E si parte… dall’inizio: «La mia testa era concentrata al 100% sul Pogon. Avevo sentito dell’interesse della Salernitana, ma ho approfondito l’argomento solo quando è arrivata un’offerta concreta. È successo tutto in fretta, ho avuto il tempo di analizzarla, di riflettere se sarebbe stata una buona opportunità per me. Ho discusso con i miei genitori e l’allenatore. Ho parlato anche e con Marcin Listkowski, che gioca nel Lecce. Mi ha fornito preziosi consigli e opinioni. Quindi poi ho deciso che la Salernitana sarebbe stata la scelta giusta».

Dalla Serie A alla Champions

«La nostra (la Salernitana, ndr) è una squadra molto interessante, ben costruita. È un mix di giovani e calciatori più esperti da cui imparare. Dipende solo da me quanto velocemente riuscirò a fare esperienza in questo campionato e nella Serie A. Mi piace, sono contento».

Nel suo passato già un’esperienza ‘latina’ quando tre anni fa era nella Liga, al Valencia: «La conoscenza dello spagnolo mi aiuta nella comunicazione con lo staff, con cui parlo anche inglese, e con i giocatori sudamericani presenti in squadra. Conoscere lo spagnolo mi aiuta anche a comprendere meglio e ad imparare l’italiano. Questa facilità linguistica gli ha permesso di inserirmi rapidamente, anche più di altri compagni arrivati in questa sessione estiva dai mercati esteri. L’Italia era una delle destinazioni in cui volevo andare. Per conoscere una nuova cultura, nuove persone. Il mio sogno è giocare la Champions League, ma per ora voglio solo fare i prossimi passi. Credo che questo sia l’approccio migliore. Voglio crescere, e il resto verrà da sé».