Si va verso il braccio di ferro tra Lotito e FIGC, il patron non vuole vendere la Salernitana alle condizioni dettate dalla federazione. In mezzo però ci sono i tifosi.
Alta tensione tra Lotito e FIGC
Mai come in questo momento c’è del marcio in Danimarca, è quello che penseranno le opposte fazioni di un quadro quanto mai difficile da interpretare. Da una parte la cristallina Federcalcio: “Multiproprietà? no party”, non fa una grinza. Se hai due squadre niente Serie A, e anche la ‘scappatoia’ trustee non può valere dal momento che si è proprietari di un altro club. Si rischiano precedenti pericolosi, oltre una guerra interna tra i club.
Dall’altra il duo Lotito-Mezzaroma. In dieci anni hanno compiuto un miracolo sportivo portando il Cavalluccio e tutta la sua tifoseria là dove merita di stare, in Serie A. Ora però c’è da affrontare questo nodo che era chiaro fin dall’inizio di questa avventura. Ed è impossibile che due imprenditori del loro livello non avessero pensato ad un ‘piano b’. Il 25 giugno si avvicina e gli 80 milioni richiesti hanno fatto paura a parecchi, ma non solo. Ora che la data è tangibile, sarà impossibile rimanere fermi su quella posizione economica, e si rischierebbe quasi un esproprio.
Lotito proverà fino all’ultimo la strada del trust anche contro il parere del suo legale, l’avvocato Gentile che la scorsa settimana aveva dichiarato la piena volontà da parte della proprietà di cedere – chissà se erano inclusi anche i tempi di fine giugno nel suo ragionamento. Ora però il tempo stringe. Se la FIGC da una parte ha già dato ampiamente parere negativo sul trust, va trovata la strada della cessione, il club va venduto, entro il 25 giugno, non oltre.