Ex granata: Benjamin Onwuachi, dall’Eccellenza belga a quella emiliano-romagnola
Nuovo rinforzo per la fase offensiva della Folgore Rubiera: nella prossima stagione agonistica, mister Alessandro Semeraro potrà fare affidamento sulla comprovata esperienza di Benjamin Onwuachi. Nato a Lagos il 9 aprile 1984 ha mosso i primi passi calcistici nelle giovanili della Reggiana. Più esattamente il nuovo arrivato in casa Folgore ha indossato la casacca granata nella stagione 2002/2003, realizzando ben 40 reti. L’anno dopo è approdato alla Primavera della Juventus, effettuando anche una significativa puntata in Prima squadra. Il 25 novembre 2003 ha segnato il gol-vittoria nella partita di Coppa Italia contro il Siena.
A seguire, abbandonato l’ambito giovanile, per Benjamin è iniziato un lungo percorso che lo ha portato nelle file di Salernitana con Raffaele Palladino. Poi Standard Liegi (Belgio), Ionikos (Grecia), Kf Tirana (Albania), Apoel Nicosia (Cipro), Kavala (Grecia) e Ael Limassol (Cipro). Ancora Grecia, nelle file di Panaitolikos, Skoda Xanthi e Iraklis. Nel 2014 Onwuachi ha quindi avuto modo di affacciarsi sul palcoscenico romeno, con la casacca dell’Otelul Galati. Poco più tardi c’è stato l’approdo in Libano, nei ranghi del Salam Zgharta: tutto ciò prima del rientro in Grecia datato 2015, con il Panserraikos. Durante la stagione appena conclusa ha disputato il girone di andata nelle file del Banneux (Eccellenza belga). Da gennaio lo abbiamo invece visto in Abruzzo, dove ha giocato in serie D con i Nerostellati Pratola Peligna.
Adesso eccolo alla Folgore, al termine di un’attenta operazione di mercato che ha tenuto impegnato il nostro club per circa un mese. Nello scorso mese di settembre, Benjamin Onwuachi ha illustrato la propria visione del calcio alla stampa belga: i giornali del posto lo avevano avvicinato sùbito dopo il suo ingaggio al Banneux.
Brevi parole, che comunque sono molto utili per iniziare a comprendere le attitudini del nuovo arrivato in casa rubierese.
“Questo sport parla un solo linguaggio – ha detto il poliglotta attaccante – Dopo tanti anni di professionismo, non mi sento affatto declassato nel mettermi alla prova tra i dilettanti: quando si scende in campo, l’entusiasmo, la determinazione e la concentrazione sono sempre le stesse indipendentemente dalla categoria”.