HomeSalernitanaDa Bergamo a Cremona passando per l'Inghilterra. Il calcio di Michael Agazzi
spot_img

Da Bergamo a Cremona passando per l’Inghilterra. Il calcio di Michael Agazzi

spot_img
spot_img
spot_img
spot_imgspot_img

Una scelta controcorrente, coraggiosa, a tratti sorprendente. Michael Agazzi, bergamasco portiere della Cremonese decide di fermarsi. Troppo più forte la paura per la salute propria e dei propri familiari. “Mi fermo, il calcio passa  in secondo piano” dice il ragazzo di Ponte San Pietro cresciuto a Villa d’Adda. Una scelta diversa, un uomo diverso.

Agazzi: “Mi fermo, il calcio passa in secondo piano”

Dalla Lombardia alla Lombardia. Dalle giovanili dell’Atalanta a punto fermo dei grigiorossi di Cremona. In mezzo 17 anni di onorata carriera. Tredici casacche indossate, oltre trecento presenze in tutte le categorie, record d’imbattibilità con la maglia del Cagliari. Quasi cinquecento minuti consecutivi senza che i sardi concedessero reti a mezza massima serie. E poi l’esperienza da baluardo in una Triestina meravigliosa che sfiorò la promozione. E ancora Foggia, Ascoli, passando per Alessandria. Michael Agazzi ritrova la Serie A con il Chievo di Campedelli. Viene addirittura tesserato prima dal Milan e poi dal Middlesbrough. Una vita a sgomitare, a sognare, a difendere se stesso e la propria porta. Un ragazzo che è diventato un uomo. Un uomo diverso, un uomo che ha il coraggio di dire: “Mi fermo, il calcio passa in secondo piano”.

Di seguito le parole del portiere ex Cremonese, riportate dall’account Twitter del club grigiorosso:

«La mia è una decisione sofferta ma ponderata. Mi sono reso conto che nella situazione causata dal contagio da COVID-19 il mio amato calcio è passato in secondo piano. Credo che le società di calcio, pur facendo il massimo sforzo per consentire ai propri calciatori di lavorare in sicurezza, non riescano a garantire al 100 per cento la tutela della loro salute. E questo mi spaventa! Vedo inoltre che all’orizzonte starebbe per profilarsi un lungo periodo di ritiro, al quale risponderei: ‘No’. Negli ultimi anni, pensando al futuro, ho cercato di mettere in cima alle mie priorità la mia famiglia. Di conseguenza le mie scelte sono state e sono funzionali ad essa. Congruo con me stesso e i miei principi ecco la volontà di interrompere il rapporto di lavoro in ragione del fatto che nutro profondo rispetto nei confronti di chi mi ha onorato come persona e atleta».


spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img

Notizie popolari