Stesso ruolo, quasi le stesse squadre, ma parabole completamente diverse. Gianluca Petrachi raccoglie il testimone di Morgan De Sanctis alla Salernitana dopo l’interregno di Walter Sabatini e dovrà avviare il processo di ricostruzione della Bersagliera. Vediamo le analogie e le differenze tra i due DS.
Petrachi e De Sanctis: prima colleghi e poi avversari
Colleghi ai tempi della Roma nella stagione 2019-2020, Gianluca Petrachi e Morgan De Sanctis si ritroveranno come avversari nell’imminente Serie B 2024-2025.
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L’ex attaccante pugliese ha accettato la sfida della Salernitana dopo quattro stagioni di inattività, mentre l’ex portiere abruzzese ha deciso di ripartire dall’ambizioso Palermo degli sceicchi dopo l’esperienza di un anno e mezzo in granata. Non si può dire che De Sanctis abbia lasciato esclusivamente macerie a Salerno (anzi, la base per la massima serie è stata messa in discussione da scelte societarie poco vincenti), ma per l’artefice del ritorno in Europa del Torino ci sarà molto da ricostruire dopo una retrocessione rovinosa dalla Serie A. Dall’altra parte, Morgan dovrà condurre un Palermo che ha mancato l’approdo in massima serie dopo la brutta batosta ai play-off contro il Venezia e che vede diversi punti fermi del recente passato sul piede di partenza (Brunori tra tutti).
Per entrambi si prospetta un compito piuttosto ingrato, anche se le potenzialità economiche delle due compagini differiscono e neanche di poco. Se da una parte regna l’incertezza dovuta anche ad un passaggio di proprietà che stenta a concretizzarsi, dall’altra troviamo una delle proprietà più solide non solo del campionato, ma dell’intero movimento calcistico italiano. Una cosa quest’ultima che, a parità di obiettivi di mercato, potrebbe influenzare e non di poco le possibili trattative. I problemi, però, trovano un loro punto d’incontro: si riparte da una stagione che ha visto gli obiettivi principali di entrambe le squadre andare in frantumi. La Salernitana si ritrova praticamente a ricostruire una rosa da zero, mentre il Palermo dovrà puntellare un organico già competitivo e rimpiazzare gli scontenti con sostituti validi.
Da questo punto di vista, è ovvio che il Palermo parte avvantaggiato (ricordiamo che De Sanctis è riuscito a portare a Salerno profili importanti e di livello internazionale), ma Petrachi ha già dimostrato in passato di saper ricostruire le squadre dalle fondamenta. Nei suoi nove anni al Torino, il dirigente leccese ha contribuito alla rinascita della squadra granata partendo dalla Serie B e costruendo una squadra capace di ben figurare in Europa League a costi contenuti. La scoperta e/o il rilancio di giocatori come D’Ambrosio, Darmian, Glik e Benassi è frutto del suo lavoro. Se riuscirà a replicare un’impresa del genere a Salerno, forse il duello con l’amico-avversario potrebbe diventare più avvincente di quanto lo dica la carta.