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Re Artù: “Sogno San Siro con i tifosi granata”

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Il bomber Di Napoli tra passato e futuro

E’ stato l’idolo indiscusso della promozione di dieci anni fa.  A suon di reti ha conquistato il titolo di capocannoniere con la maglia granata ed anche il cuore dei tifosi. Parliamo di Re Artù, all’anagrafe Arturo Di Napoli. Noi di SalernoSport24 lo abbiamo contattato per rivivere con lui le emozioni da ex di Salernitana e Palermo e non solo.

Due maglie importanti ma esperienze diverse: cosa ti hanno lasciato Palermo e Salerno?

“Salerno è un periodo più recente rispetto a Palermo ed anche più vivo perché torno spesso in città. C’è un affetto con i salernitani che va oltre il campo e ciò che ho dato alla formazione. Anzi, sembra un paradosso, ma sono ben voluto ed apprezzato anche umanamente più oggi che dieci anni fa. A Palermo pensa che ero anche sul mercato a gennaio ed ero stato venduto all’Atalanta, poi Zauli si fece male e mi chiesero di giocare prima di andare via. Scesi in campo, misi a segno una doppietta entrando così nel cuore dei tifosi che non mi vollero più farmi andare via. Però ribadisco, Salerno è tutt’altro. Due anni,  una promozione e il titolo di capocannoniere, poi la salvezza; emozioni che restano dentro. Pensa che ultimamente sono stato giù ed a contatto proprio con la frangia di tifosi che anni fa mi contestava, ora siamo in ottimi rapporti. E’ bello essere apprezzato per le gesta sportive ma per quelle umane ancor più”.

Segui la Salernitana e il suo cammino, cosa pensi di questa campagna acquisti? Può secondo te alzare l’asticella rispetto al passato campionato e grazie a chi dei giocatori in rosa?

“La Salernitana ha fatto un’ottima campagna acquisti. Un mix di giocatori giovani e di esperienza che per me possono arrivare tranquillamente ai play-off e giocarsi la promozione. Poi sulla panchina siede un certo Colantuono. Io lo conosco bene ed è un tecnico di valore e di grosse competenze che riesce a tirar fuori il meglio da ogni calciatore. Un giocatore spicca rispetto ad altri ma non me la sento di fare nomi. Ti dico solo che quando si contestava Coda dissi di dargli tempo perché avrebbe fatto la differenza. Oggi ti faccio il nome di Rosina. Non parte, credo, come titolarissimo ma se accettasse di mettersi al cospetto della squadra e sacrificarsi, entrando quando le squadre sono stanche ed allungate può fare la grossa differenza perché è un giocatore che sposta gli equilibri. Sarà l’arma in più per i granata. Il Palermo invece, prossima avversaria, è uno squadrone, creato per vincere il campionato grazie anche ad un ottimo allenatore. Già rischia? E ma Zamparini lo conosciamo. E’ uno che caccia i soldi, e non pochi, quindi è anche giusto che pretenda il massimo dei risultati. Chi sceglie di andare a Palermo lo sa e lo accetta”.

Cosa pensi di questo calcio attuale e del sistema che sembra non funzionare più?

“Il sistema calcio è malato e non da adesso, va rifondato e dalle basi. Prima di tutto bisogna cambiare le persone che vi sono dentro, io penso che Tommasi sia l’uomo giusto grazie alle sue competenza ma difficilmente sarà eletto, e ciò mi spiace. Questo sistema non piace a nessuno;  Allegri, Giampaolo e tanti altri si lamentano spesso ma poi ognuno continua il proprio lavoro senza far nulla per cambiare le regole. E’ inammissibile che un Modena falsi un campionato, come anticostituzionale violare le regole sui ripescaggi. Chi sbaglia certo deve pagare ed essere radiato ma tanto oramai ognuno fa ciò che vuole. Sta bene un po’ a tutti, alla fine. Questo calcio malato fatto di scempio gestionale ha tenuto fuori dal Mondiale la nostra Nazionale”.

E tu ne sai qualcosa di calcio malato…

“Infatti sono stato vittima del sistema ed anche avendo fiducia nella giustizia è orrendo quando neanche puoi difenderti. Lo stesso Pm di Catanzaro che mi ha indagato ha chiesto poi l’assoluzione, vedi come siamo messi. Sono felice di uscirne pulito ed essere reintegrato nel mondo che mi compete però non dimentico il danno che mi è stato fatto. All’epoca dei fatti ero primo in classifica con il Messina, ero riuscito a portare ventimila tifosi in Lega Pro e potevo andare in serie B. Ma oramai il danno è fatto ed importante è andare avanti a testa alta”.

Torniamo a Salerno ed i suoi tifosi. Non tutti apprezzano la società attuale e i suoi modi di operare.

“Io mi terrei stretto Lotito con tutti i pro e contro. La sua è una gestione oculata che oggi serve più di altro. Salerno deve ricordare che ha vissuto già troppi fallimenti e soprattutto che purtroppo nel calcio attuale non esistono più i Sensi, i Berlusconi ed i Moratti. Prima vi erano valori nel calcio, bandiere, ora non più. Ora il calcio è business, le società sono vere e proprie società economiche e devono far quadrare i bilanci altrimenti è la fine. Quindi dico solo ai tifosi di stare tranquilli e sostenere la squadra come sempre”.

Passiamo ad Arturo Di Napoli ed il suo futuro. So che qualcosa bolle in pentola.

“Ad ottobre ci sarà la revisione e dovranno reintegrarmi. Per ora ho fatto chiacchiere con vari ma ho deciso di partire dal basso. Entrerò a far parte di un progetto sui giovani che mi affascina e soprattutto mi è stata proposta da una persona integra, una di quelle che ancora paga con palloni e non col denaro. E’ una piccola realtà del nord, vicino casa, che si occupa già di 500 ragazzini. Voglio intorno a me pulizia e non sciacallaggio. Voglio occuparmi dal basso dei giovani ed indirizzarli anche socialmente verso un calcio pulito, e piano piano portare in alto tale progetto. Poi magari arrivare un giorno a Salerno, fare bene e sognare San Siro…”.

Un sogno non da poco certo, ma chi meglio di Re Artù, dal carattere duro e indomabile ma dall’intelligenza fine, sa come “realizzare”? E noi glielo auguriamo.

 

 

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