Caporetto anche a La Spezia per una Salernitana incatenata alle assurde logiche di un Trust. Nell’anticipo dell’ottava giornata scrive il numero 6 alla casella sconfitte. Il K.O. stavolta arriva in un delicato scontro diretto per la salvezza.
Castori dura un tempo, poi non riesce a cambiare marcia
I granata, seppur ampiamente incerottati, partono bene e chiudono in vantaggio la prima frazione, Simy finalmente mette la sua firma e si sblocca.
Nel secondo tempo, tuttavia, la compagine allenata da Castori cala per ritmo e intensità e finisce con lo scomparire dal campo. I liguri ne approfittano e senza qualità eccelse ribaltano la gara.
All’ottava giornata arriva allo stadio Picco la sconfitta più grave è pesante, figlia di errori gravi di programmazione e di smoderata presunzione. Le responsabilità sono inequivocabilmente da ascrivere alla proprietà in primis e alla direzione tecnica in seconda battuta. Inutile ribadire la necessità della cessione di quote a tempo debito per consentire un allestimento idoneo e tempestivo della squadra. È Improponibile pensare di scendere in campo in serie A con alternative come Schiavone e nemmeno qualche altro elemento può competere a questi livelli.
Gli infortuni non possono essere un alibi, in quanto anche lo Spezia ne aveva in abbondanza. Il problema è la mentalità e la qualità complessiva dell’organico non sono adeguate agli impegni a cui la Bersagliera è chiamata a misurarsi.
Purtroppo, come ormai divenuta consuetudine, la Salernitana è rimasta negli spogliatoi all’intervallo, lasciando con amaro in bocca gli oltre mille tifosi giunti a La Spezia per sostenere il Cavalluccio.
I numeri sono impietosi e parlano chiaro: 4 punti raccolti in 8 partite, 17 gol incassati a fronte dei solo 6 realizzati. Questa situazione è figlia di una gestione manageriale e tecnica fallimentare, con le discrete prestazioni non si va lontano se poi non racimoli punti per la classifica.
Lotito e Mezzaroma, oltre a pretendere ringraziamenti, credevano di poter aggirare gli ostacoli e gestire un club furbescamente, l’esperimento sta dimostrando quanto valida sia la competenza dei personaggi che operano per conto di questa società (fantasma).
In questo momento bisogna innanzitutto augurarsi che arrivi al più presto una nuova, florida e ambiziosa società che ci liberi dalle catene di prigionia del Trust e che queste figure siano accantonate dalla direzione d’orchestra.