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Il 2022 della Salernitana, i primi mesi dell’era Iervolino

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L’anno che sta per concludersi è già nella storia della Salernitana visti i risultati ottenuti sul campo. Di seguito il riassunto dei primi mesi del 2022 granata.

L’inizio dell’impresa della Salernitana

Scongiurato il clamoroso fallimento dopo le vicende del 2021, la Salernitana si apprestava a cominciare una nuova storica annata con un nuovo presidente, Danilo Iervolino. La presentazione del fondatore di UniPegaso entusiasmò i sostenitori granata che si strinsero alla squadra che agli inizi di gennaio versava in una situazione a dir poco disastrosa.

Inoltre, nelle prime settimane del 2022 svariati tesserati della Bersagliera furono colpiti dal Covid e ciò portò al rinvio delle gare con Udinese e Venezia. La Salernitana targata Iervolino fece il suo esordio a Verona e pochi giorni dopo fu annunciato l’arrivo di Walter Sabatini. In poche settimane l’ex Ds di Roma e Bologna riuscì a portare all’ombra dell’Arechi numerosi talenti del calibro di Ederson, Bohinen e Fazio.

Un mese più tardi, il 15 febbraio, la guida della squadra fu affidata a Davide Nicola che già nelle passate stagioni era riuscito a guidare alla salvezza Crotone e Genoa. L’esordio del tecnico classe 1973 fu memorabile con la Salernitana che riuscì a fermare il Milan sul 2-2 in una gara dove l’Ippocampo, forse, avrebbe meritato anche qualcosa in più.


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Arriva la svolta: Salerno ci crede

La gara della svolta fu quella dello stadio “Olimpico” contro la Roma. La squadra allenata da Nicola fu seguita da più di 5mila salernitani e riuscì a restare in vantaggio fino a pochi minuti dal termine. Tuttavia, i giallorossi ribaltarono il risultato prima del triplice fischio ma Radovanovic e compagni mostrarono che si era formato un gruppo solido pronto a lottare a denti stretti in ogni gara.

Infatti, la Salernitana nelle partite seguenti ottenne sue vittorie consecutive contro Sampdoria e Fiorentina. Al termine della 34ª giornata i granata erano a 28 punti al pari del Cagliari in attesa di giocare lo scontro diretto allo stadio “Arechi”. Ormai l’Italia intera guardava in modo differente quella squadra che fino a qualche mese prima era considerata già retrocessa.

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