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Il Genoa vince a Salerno contro la disastrosa difesa granata: l’analisi del match

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La Salernitana perde in casa lo scontro salvezza con il Genoa a causa di due evidenti errori difensivi: l’analisi del match.

L’analisi del match

Inzaghi (oggi in tribuna per squalifica) schiera i suoi con il solito 4-3-3, scegliendo ancora una volta Simy come prima prima punta. A sorpresa, in campo dal 1′ Pierozzi, che si sistema sulla corsia di destra. Prima presenza anche per Basic, come preannunciato in conferenza stampa dal tecnico granata.

Gilardino, complici le assenze ed un mercato in entrata che stenta a decollare, sceglie la difesa a 4, con Frendrup adattato a destra e Vogliacco in campo dall’inizio. Tuttavia, alzando Frendrup e facendo scalare i centrocampisti, il Genoa dimostra tutta la propria flessibilità tattica, trasformando, in fase di possesso, l’iniziale 4-4-2 in un 3-5-2. Da segnalare l’esordio di Spence ed il ritorno in campo da titolare di Retegui.


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Il primo tempo

La Salernitana parte subito forte, e il vantaggio arriva dopo meno di due minuti, con Martegani, al primo gol in Serie A: si tratta del gol più veloce di questo campionato di Serie A. Gli uomini di Gilardino, però, rispondono subito, alzando il livello dell’intensità: i Granata appaiono leggermente in difficoltà.

Dopo un’azione perfetta, con Gudmundsson che si abbassa per giocare il pallone, il Genoa pareggia: il gol (arrivato al 13′) è di Retegui; evidenti le disattenzione di Gyomber e Lovato. Questo movimento di Gudmundsson, che, abbassandosi, crea spazio per l’inserimento di un centrocampista (Badelj è stato autore dell’assist) potrebbe diventare un fattore in questo match.

Dopo la rete subita, i Granata provano a sfondare utilizzando il possesso palla, fallendo, anche a causa dello scarso movimento degli attaccanti. Il Genoa, infatti, riesce a chiudere tutti gli spazi e a ripartire, rischiando di rendersi pericoloso con le iniziative del solito Gudmundsson. Si tratta di due squadre con un’identità di gioco simile, che preferiscono aspettare e pressare, per poi far male ripartendo in velocità. Inoltre, entrambe si affidano ai propri uomini di maggior fantasia per creare occasioni da gol: da una parte c’è Candreva, dall’altra il già citato islandese col numero 11.

Sembra che le due squadre si stiano studiando, senza forzare troppo le giocate. Nonostante sia il Genoa a tenere il pallino del gioco, la Salernitana è sempre in agguato, per sfruttare eventuali disattenzioni. È quest’atteggiamento che, al 29′, porta all’ammonizione di Frendrup, il quale dopo aver perso il pallone in una zona pericolosa, commette fallo su Bradaric.

Negli ultimi minuti è la Salernitana a fare la partita, schiacciando il Genoa nella propria metà campo e limitando Gudmundsson. L’islandese non ha più trovato lo spazio lasciato nella prima mezz’ora dalla Salernitana, andando ad ingabbiarsi tra i centrocampisti avversari. Tuttavia, i Granata non riescono a trovare il gol.

Degna di nota la prima frazione di Martegani, che non solo ha segnato, ma ha anche fatto vedere un sensibile miglioramento a livello tattico. L’argentino è stato molto più attento del solito in fase difensiva ed ha dato una grossa mano alla circolazione del pallone. Probabilmente, sono stati anche i ritmi non particolarmente alti visti in alcune fasi a favorirlo, ma è certo che siamo davanti ad un giocatore dalla tecnica sopraffina e dal potenziale importante.

Il secondo tempo

Parte forte la Salernitana, che, con un ottimo Bradaric, mette in difficoltà gli avversari sulla fascia sinistra. Intanto, continua ad essere difficilmente marcabile Martegani, che dispensa giocate nella trequarti avversaria. Purtroppo per i Granata, un (evitabile) tocco con la mano di Lovato, nel corso della prima azione offensiva del Genoa, porta all’assegnazione di un calcio di rigore. Così, i rossoblu, che erano parsi in netta difficoltà nei primi dieci minuti della ripresa, tornano in vantaggio con Gudmundsson.

I Granata reagiscono subito, rischiando di arrivare davanti alla porta con Tchaouna, che viene atterrato a pochi centimetri dall’area di rigore da Bani. Dalla punizione scaturisce la prima grande occasione della Salernitana, con Candreva che stampa un bolide sulla traversa: la Salernitana è viva.

Il primo cambio per la squadra di Inzaghi vede Kastanos sostituire Basic. In realtà, i Granata avrebbero bisogno di inserire un difensore abile tecnicamente, come Daniliuc. Gyomber e Lovato, infatti, sono stati fortemente imprecisi quando chiamati a salire per dare una mano ai compagni nella circolazione del pallone.

Al 75′, dalla panchina granata si alzano Zanoli ed Ikwuemesi, che sostituiscono Lovato (Pierozzi scala centrale accanto a Gyober) e Tchaouna. Inzaghi e D’Angelo cercano di scardinare la difesa avversaria utilizzando due attaccanti di peso nello stesso momento, con Candreva a supportarli. Tuttavia, i risultati non sono quelli sperati, poiché Ikwuemesi e Simy non riescono a giocare insieme in maniera efficace. Intanto, sembra aver finito la riserva di benzina Martegani.

All’82’, finalmente entra in campo Daniliuc (al posto di Bradaric), insieme a Legowski, che sostituisce Martegani. Quindi, si cambia ancora disposizione dietro: Zanoli a sinistra, Pierozzi a destra, Daniliuc e Gyomber centrali.

Il Genoa si è chiuso a riccio, mentre la Salernitana schiera due punte che si pestano i piedi (non solo in area di rigore). In queste condizioni segnare diventa molto difficile.

Negli ultimi minuti c’è tanta grinta in campo, ma scarseggiano le idee: la Salernitana cerca la giocata in area, mentre il Genoa prova a ripartire, perdendo quanti più secondi possibile. I Granata, nonostante due ottime occasioni non trovano il gol, complice anche un grande intervento di Martinez.

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