Le spine nella rosa della Salernitana non si fermano all’attaccante senegalese. La prestazione di Lecce è solo lo specchio di un malessere interno al club, mugugni e malumori che arrivano dal ritiro.
Le spine nella rosa della Salernitana
Questa volta non basteranno multe e richiami, non basteranno soldi o altro, servirà di più. Sarà necessario, anzi, trasmettere il senso dell’onore e della responsabilità. Servirà di più, servirà, non ultima, la gratitudine, una sconosciuta certe volte. Quando hai riconoscenza, quando giochi a calcio così come sognavi da bambino, quando sei nel posto che chiunque, a qualsiasi età ti invidia. È qui che serve allora qualcosa di diverso, serve umiltà e ricordare chi ti ha portato nel posto in cui sei.
Dalla fine all’inizio
Cosa manca? L’ignoranza non è semplicemente la mancanza d’istruzione, ma anche certe volte quella di stimoli, perché chi ignora ciò che ha intorno, non può provare gli stimoli di una piazza come quella di Salerno. Cosa serve per stimolare uomini che sono beniamini per tanti? L’ignoranza uno status che certe volte si sceglie, e allora non è più semplice ignoranza: è consapevolezza ignara. Se non esiste me lo invento.
Dall’inizio alla fine, solo la Salernitana
Boulaye Dia è solo la faccia di una situazione che non regge. E allora quali sono le spine poiché si parla al plurale? Tre prestazioni tre non da Salernitana. Eppure gli uomini in campo sono 9/11 di quelli che hanno finito la scorsa stagione. La stagione 2022-2023 era finita così: Dia e Mazzocchi contenti e strafelici per la salvezza raggiunta dalla squadra, ma specchietto per una cessione che non è arrivata. Sì, stanno così le cose.
Giù alla banchina con valige in mano
Non è un mistero che Dia volesse andare in Premier, ma certo non gratis (perché sono queste le condizioni proposte dal Wolverhampton). E l’entourage del calciatore, avuta la proposta, non si è preoccupata della strana modalità degli inglesi – nessuna PEC al Cavalluccio – né il calciatore sembrava rendersi conto che gli stessi stessero dando al suo operato. Bagagli pronti e viaggio organizzato, passaggio al “Mary Rosy” per raccogliere le ultime cose e poi… più niente. Certo, chiunque ci rimarrebbe male, poi da professionista, ti rimetti sotto, e ricominci la lavorare. Invece no.
Multa al calciatore – pare circa 30mila euro – ed ‘incertezza’ sulle condizioni fisiche a mezzo conferenza nella sala stampa del “Via del mare” di Lecce. Al momento Dia risponderà alla chiamata dei Leoni di Cissé per gli impegni del Senegal.
Mazzocchi non è più Pako
Quello di Dia non è però l’unico caso a tenere banco, ma qualche altra cosa è più lontana dai riflettori. Dalla fine del campionato sono tre i momenti che hanno caratterizzato l’estate di Mazzocchi. Prima di tutto l’utilizzo maldestro dei social network: un post che sapeva d’addio dopo l’ultima gara con la Cremonese, e una storia, quella con l’immagine di Pinocchio appena alla fine della conferenza stampa di De Sanctis; poi la lite con Lassana – tutt’altro che rientrata benché se ne dica -. Infine lo sguardo incupito colto dai tifosi nel giorno del compleanno di Paulo Sousa e Sasà Avallone in mezzo ai tanti sorridenti, stonava come un autoritratto di Caravaggio nei suoi quadri (=si riconosce subito).
Anche lui si aspettava – ma i più direbbero che auspicava – la cessione ad una big, che non è arrivata. Troppo facilmente si è parlato e solo parlato di Inter, Milan e Juventus. Forse il più interessato è stato il Torino, ma chiedere informazioni non equivale ad intavolare una trattativa. E la casella della PEC del club è rimasta immacolata. Nessuno si è fatto avanti e, con le ultime prestazioni, neanche Spalletti lo ha preso in considerazione per il nuovo corso della Nazionale.
Un mercato che non convince?
Ultimo, ma non ultimo, il lavoro di De Sanctis e del suo staff. Da che mondo e mondo se ognuno facesse il suo lavoro, senz’altro si camperebbe meglio. Una storia vecchia quanto il mondo che ogni tanto andrebbe ricordata. Esiste, ed è un dato di fatto, un’ostracismo tra club italiani, parole del DS: “…difficile fare affari con gli italiani…”. Non a caso tutto il mercato estivo in entrata del 2023, è stato condotto con club stranieri. E chi è arrivato non convince, perché non convince il campionato nel quale giocavano, perché sono ‘carte’ sconosciute, perché non c’è fiducia.
L’unica soluzione
Il 16 settembre si tornerà in campo per affrontare il Torino. Allora sarebbe il caso che chi conduce la barca, che sia Iervolino, De Sanctis o Paulo Sousa, o tutti e tre insieme, facciano il più classico dei discorsetti per riassestare la nave, prima che i mugugni diventino iceberg.