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Dalla guerra al calcio dei “grandi”: la commovente storia di Kallon

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Il neo-acquisto della Salernitana, Yayah Kallon, ha alle sue spalle una storia difficile che ha visto il giovane calciatore protagonista di una fuga dal suo Paese d’origine. Il 23enne raccontò la sua esperienza ai canali ufficiali del Genoa pochi anni fa, di seguito i passaggi salienti.

Kallon: dalla guerra alla Serie A

Nato nel 2001 in Sierra Leone, Yayah Kallon è da subito venuto a contatto con il difficile contesto del Paese africano. Difatti, come svelato ai canali ufficiali del Genoa, appena poche stagioni fa, fu la sua famiglia a strapparlo da una setta di guerriglieri pronta ad addestrarlo come bambino-soldato.


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A soli quattordici anni il classe 2001 si ritrovò ad affontare un insidioso viaggio che gli permise di raggiungere Tripoli nel bagagliaio di un auto. Da lì il giovane affronò il lungo e pericoloso viaggio via mare che migliaia di ragazzi in cerca di speranza compiono per lasciare l’Africa approdando in Europa.

In seguito al suo sbarco a Lampedusa fu il calcio a rappresentare uno spiraglio di salvezza per Kallon. Il sierraleonese riuscì a muovere i suoi primi passi in quel di Cassine salvo poi essere notato dal Genoa dopo il provino fallito alla Virtus Entella.

Il racconto di Kallon

Nelle parole del giocatore, ad oggi in granata, traspare tutta la sua commozione e la sua devozione verso la famiglia: «Nel mio Paese c’è un gruppo terroristico che rapisce i bambini per trasformarli in soldati. La mia famiglia aveva paura che accadesse anche a me e decise di farmi partire. 

Non è stato facile, io non volevo ma è stata la cosa migliore. Ho incontrato ragazzi di diversi Paesi, non parlavamo la stessa lingua ma riuscimmo a fare gruppo. Il momento più difficile? Sicuramente il Libia, lì non c’erano regole e si incontravano ragazzini armati per le strade. 

Per pagare il viaggio in mare ho fatto svariati lavori: dalle pulizie nelle case al muratore».

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