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Le parole di Colantuono al ritorno sulla panchina granata: “Dovrò adattarmi al materiale che ho”

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È il giorno di Stefano Colantuono, al quarto ritorno sulla panchina della Salernitana. Ecco le parole del tecnico, che ha parlato ai giornalisti nella conferenza stampa di presentazione.

Stefano Colantuono: “Non mi sento un ripiego”

Ancora una volta, è la giornata di Stefano Colantuono. Al suo quarto ritorno sulla panchina della Salernitana, ha parlato ai giornalisti nella conferenza stampa di presentazione. Con lui, presente anche Petrachi, che ha aperto le danze.



Le parole di Petrachi

«Parto col dire che mi sarebbe piaciuto non fare una conferenza stampa per l’esonero di Giovanni Martusciello, va ringraziato per il lavoro che ha svolto, la professionalità, l’abnegazione e quello che ha subito. Si è partiti tra grandi difficoltà, lui si è buttato a capofitto, ha dato più del 100% ma il calcio è spietato, ci si lega ai risultati. Questo ha fatto interrompere il trend. Abbiamo perso diverse partite, anche un po’ allo stesso modo».

«Bisogna essere pragmatici e realisti e ho capito che era necessario fare questo passo, anche perché la proprietà non era contenta dei risultati. Lo ringrazierò sempre, ha lasciato tanto di suo e questa squadra ripartirà da basi importanti. Spero possa avere quella buona sorte che qui è venuta meno».

«La scelta di Stefano Colantuono non è un ripiego. È una scelta che parte direttamente da me, non ho avuto imposizioni. Con Stefano ho lavorato sei mesi, abbiamo fatto un percorso importante a Torino. Conosce benissimo questa squadra. Se avessi scelto un altro allenatore, sarebbe servito troppo tempo e noi non l’abbiamo. Dobbiamo mettere in sicurezza la classifica, il nostro obiettivo è fare un campionato dignitoso, lottare. Stefano ha queste caratteristiche, è pragmatico, dà semplicità. La squadra ha bisogno di cose semplici».

«Sono convinto che possiamo riprendere il cammino che si era fatto all’inizio ed essere una mina vagante di questo campionato. Anche domenica la squadra ha provato a riprendere la partita fino alla fine. Forse serve un po’ più di semplicità e spensieratezza».

«Alcune criticità in termini di difetti le avevo constatate già due mesi e mezzo fa. Di queste criticità ne avevo parlato con lui. Ho cercato di dare il mio supporto e la mia esperienza. Ritenevo che in Serie B bisognava fare qualcosina di diverso, giocando anche in funzione dell’avversario. Il continuare a chiedere delle cose che, puntualmente, venivano fatte in parte non dava frutti. Se si prendono sempre gli stessi gol bisogna farsi delle domande. Si spera che con il lavoro si possa rimediare il tutto, ma non è andata così».

«L’estate scorsa è stata uno tsunami, sono partito con delle idee, volevo cambiare tutto quello che si poteva cambiare. In Serie B la prima perde con l’ultima e l’equilibrio te lo dà il pragmatismo. Questa squadra deve avere una mentalità da Serie B».

Le parole di Colantuono

«Il mio lavoro è sempre stato questo. In questi anni ero stato frenato un po’ da un problemino fisico e avevo deciso di dedicarmi al Settore Giovanile. L’anno scorso era una storia diversa, la proprietà mi aveva chiesto di dare una mano fino alla fine. È il mio sesto anno a Salerno, ho un rapporto speciale con la proprietà e mi sono messo a disposizione».

«Quest’anno è diverso. Credo ci siano tutte le possibilità per ricominciare un certo tipo di discorso, senza fare voli pindarici. Conosco bene questo campionato e so che si decide tutto nella seconda parte. Ho accettato serenamente la sfida e non mi sento un allenatore di ripiego, anche perché qualcosina dietro le spalle ce l’ho anche io».

«Sono il più vecchio della Serie B. A me piace lavorare, andare sul campo e provare a rimettere in corsa questa squadra, rispettando il lavoro di chi c’era prima. Mando un abbraccio a Martusciello. Non deve sentirsi rammaricato di nulla, fa parte del nostro lavoro. Prenderò spunto da quello che ha fatto per ripartire».

«Modulo? Dovrò adattarmi al materiale che ho a disposizione. Che possa diventare una difesa a tre è un’ipotesi, così come lo è che possa restare a quattro».

«Ho visto delle partite, un’idea me la sono fatta ma dovrò sviluppare le idee con chi dovrà interpretarle. Io non dico che quello che è stato fatto prima è sbagliato, ma dovrò parlare con la squadra per capire se quel tipo di richiesta che ho in mente riescono a metterla in pratica».

«Ci sarà da lavorare. Alcuni calciatori hanno reso al di sotto delle loro potenzialità. La partita con il Sassuolo sarà una finale. Poi vedremo cosa fare con la Carrarese».

«I calciatori che conosco potranno aiutarmi a far capire la filosofia. Sono un allenatore a cui piace l’ordine, il rispetto delle regole, la disciplina. I più anziani in questo potranno essermi d’aiuto. C’è una linea retta da seguire».

«C’era già uno staff rodato, a me questo non crea problemi. Mi adatto e si adattano. Credo di avere un minimo di personalità per lavorare con chiunque. Due anni fa avevo ereditato lo staff di Castori e anche l’anno scorso non ho fatto grandi cambiamenti. Vedremo con il direttore per capire se c’è la possibilità di portare un’altra figura».

«Stavo già parlando con la società per il rinnovo contrattuale, era una richiesta che avevo già fatto all’AD Milan. Poi se lo firmo a novembre piuttosto che a dicembre è lo stesso. Stavamo già pianificando perché a Salerno voglio starci il più a lungo possibile. Non è un discorso legato all’aspetto economico, ma perché si è creato un legame forte. Sto bene e mi trovo bene con i tifosi».

«Avevo avuto offerte importanti anche dall’estero. Ho deciso di restare a Salerno perché c’è un progetto importante».

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