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Tiziano D’Isidoro: “La Salernitana può fare un campionato importante”

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Tiziano D’Isidoro ed i suoi ricordi da calciatore granata e non solo

Approda alla Salernitana nel 1991 e per tre stagioni indossa la casacca granata conquistando anche una promozione in serie B. Parliamo di Tiziano D’Isidoro, l’attaccante mancino che ha avuto la massima espressione di gioco il primo anno con 28 presenze ed 8 reti. Ma molti lo ricordano soprattutto per esser stato il capocannoniere della Coppa Italia, 5 reti in 7 partite. Il bomber di Silvi, provincia di Teramo, ha però indossato anche la casacca giallorossa delle streghe, prossima avversaria dei granata, e per questo noi di SalernoSport24 lo abbiamo ascoltato.

Di tempo ne è passato, ma quali ricordi oggi ti accompagnano delle esperienze vissute in Campania fra Salernitana e Benevento?

“A Salerno sono stato tre anni, ho cambiato tanti allenatori ma alla fine, con tanti sacrifici ho raggiunto anche una promozione in serie B. A Benevento invece è stata una esperienza diversa, lì la finale per la serie cadetta la perdemmo. Sono passati davvero anni da quando giocavo a Salerno e anche se manco da tanto tempo per esempio ho ancora legami con Salvatore Fresi che a Salerno ha aperto una scuola calcio. Nel contesto totale posso dirti che ho solo buoni ricordi. Con le tifoserie? Ho sempre avuto ottimi rapporti con entrambe”.

In base alla tua esperienza sul campo e non, chi vedi maggiormente accreditato alla vittoria del campionato di serie B e cosa serve per vincerlo?

“Campionato di serie B è difficile, ci sono molte squadre che hanno un bagaglio di esperienza maggiore rispetto ad altre, come ad esempio il Verona, il Palermo. Ma è anche un campionato equilibrato e per vincere non servono momenti di picchi. Serve mantenere una costanza di risultati durante l’intera stagione. Servono persone che sappiano soffrire visto che ci sono campi importanti da affrontare. I singoli calciatori con esperienza aiutano sicuramente a creare compattezza di gruppo ed è quello che alla lunga premia: la compattezza del gruppo, il sopportarsi e supportarsi. Se a Salerno si crea questa sinergia può essere l’anno giusto. Anche la tifoseria è molto importante e la Salernitana, avendo da sempre un grande pubblico, che spinge alle vittorie, può fare un campionato importante, e lo stesso vale per il Benevento. Anche se vedo la serie B più a misura d’uomo per loro”.

Domani sera si affrontano nell’anticipo serale. Che partita sarà quella fra granata e giallorossi?

“La gara di domani mette difronte due formazioni che hanno vinto la gara precedente, quindi sono in un buon momento. Anche se, essendo ancora agli inizi, i meccanismi di gioco non sono rodati alla perfezione credo che assisteremo ad una bellissima partita, con ambedue le squadre che cercheranno di dare il massimo in campo per fare risultato”.

Cosa è cambiato nel calcio rispetto a quando eri tu ad indossare le scarpette chiodate?

“Il calcio di oggi è cambiato tanto rispetto a quando giocavo io. Ora ci si rapporta di meno con gli stessi compagni, con la società ed anche con il tifoso. Vi è una maggiore distanza rispetto ad allora. Oggi viviamo un calcio aziendalista dove conta più il marketing e la stessa immagine dei singoli calciatori. Oggi conta l’aspetto fisico, il saper parlare più dei valori stessi. Quando ero a Salerno, ad esempio, vi era Casillo e, stando distanti, ci si vedeva poco ma se passavamo da Foggia era obbligo fermarsi, incontrarsi o ci si parlava per telefono.  Anche con la piazza e la tifoseria stessa. Il primo anno non so a quante serate per aperture di club partecipai e partecipavamo tutti. Vi era un rapporto completo fra tutto l’ambiente sportivo, oggi no. E questo modo di fare calcio come vediamo ha creato problemi ai nostri giovani. Non è più il tappeto verde a decidere se vali e chi vale di più. Decidono soldi e sponsor. Io oggi ad esempio non potrei giocare venendo da una famiglia normale”.

Cosa fa Tiziano D’Isidoro oggi?

“Quando ho smesso di giocare per qualche anno mi sono riposato. Oggi lavoro per una azienda, la Ponzio Sud, e alleno una squadra abruzzese che milita in eccellenza. Sono stato anche istruttore in una scuola calcio ma lavorare con i giovanissimi non fa per me, ci vuole maggiore pazienza. E forse mi manca – sorride-rispetto a tanti colleghi che preferiscono allenare loro”.

Torniamo alla partita di domani. Benevento- Salernitana, risultato secco…

“Per me ne uscirà un pareggio: 2 a 2”.

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