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La Salernitana soffre, ma porta a casa il punto: l’analisi del match di Torino

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Nonostante gli oltre 95′ di sofferenza, la Salernitana porta a casa un punto prezioso, fermando sullo 0-0 il Torino. Ecco l’analisi del match.

L’analisi del match tra Torino e Salernitana

La Salernitana parte con un 3-4-2-1, ma senza un centravanti di ruolo: sarà Tchaouna ad interpretare il ruolo del falso 9. In difesa due esordienti (Boateng e Pasalidis) vanno ad affiancare Pierozzi, che avrà certamente libertà di sganciarsi. Insomma, Inzaghi si schiera a specchio, puntando sulla possibilità di non dare punti di riferimento in avanti.

A sorpresa, il Torino schiera Ricci, appena rientrato, dal 1′, mentre in una difesa in emergenza trova posto l’adattato Tameze. In avanti ci sarà Vlasic a supportare le due punte, Sanabria e Zapata: Juric punta sui propri fedelissimi per riuscire a scardinare la difesa granata.


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Il primo tempo

Il Torino fa la partita nei primi minuti, ma la Salernitana dimostra di poter essere pericolosa in contropiede. La chiave di volta granata è Tchaouna, la cui posizione di 9 di movimento, che svaria su tutto il fronte offensivo, potrebbe mettere in difficoltà i tre difensori avversari. Inoltre, gli uomini di Inzaghi, almeno in quest’avvio, non si tengono bassi, ma alzano il baricentro quando il Toro tenta di costruire dal basso.

La Salernitana fa fatica a contenere Sanabria, che si abbassa spesso sulla linea di Vlasic e crea problemi ai difensori ospiti, che non possono andare a prenderlo così alto. Intanto, i due centrocampisti (Maggiore e Basic) non riescono a leggere la situazione e danno campo libero al numero 9, che beneficia delle verticalizzazioni di Ricci.

Tchaouna è sempre troppo solo nei primi 20′: Candreva e Kastanos dovrebbero dargli una mano, consentendogli di avere un’altra soluzione oltre a quella del dribbling solitario. Inoltre, c’è pochissimo movimento senza palla in fase di possesso, a differenza di quanto accade con i calciatori del Torino. I padroni di casa stanno schiacciando la Salernitana anche avvalendosi della collaborazione dei braccetti difensivi (in particolare di Tameze). Questi ultimi, alzandosi quando il pallone è giocato sulla propria fascia, permettono ai compagni di avere una possibilità di appoggio, così da non rischiare giocate complesse.

Sazonov è palesemente il punto debole della difesa del Torino e si è fatto ammonire al 26′: lo si deve puntare in fase offensiva e pressare in quella difensiva. I padroni di casa hanno grosse difficoltà ad impostare se pressati, ma Inzaghi non sembra intenzionato a scoprirsi più di tanto. Dal 35′ in poi, tuttavia, la Salernitana tenta di organizzare un timido pressing, per cercare di disturbare il palleggio (lento) degli avversari.

I problemi veri per la Salernitana continuano ad arrivare quando il Torino tenta di verticalizzare (con Ricci o Milinkovic-Savic). Nella seconda parte della prima frazione, non è più Sanabria a venire in contro, ma è Zapata ad abbassarsi per smistare il pallone.

Negli ultimi minuti si approfondisce l’emergenza difensiva del Toro, che perde anche Ricardo Rodriguez, sostituito da Masina, arrivato da pochi giorni alla corte di Juric. Non cambia nulla dal punto di vista tattico, ma questa (Masina-Sazonov-Tameze) è una difesa totalmente nuova: potrebbe essere un vantaggio per la Salernitana.

Il secondo tempo

Salernitana che parte con meno timore, cercando di proporsi in zona offensiva e partita che diventa più dura dal punto di vista dei contrasti. Ne fa le spese Maggiore, che prende due calci nel giro di un minuto e mezzo intorno al 50′. Il pressing della Salernitana, in quest’avvio, mette in difficoltà la manovra dei padroni di casa, che non riescono a velocizzare il palleggio.

Il Torino sta cercando spesso di andare direttamente dagli attaccanti, negli ultimi 16 metri, ma c’è sempre Boateng (uscito al 61′) in anticipo. Dopo i primi 10′, come nel primo tempo, la Salernitana viene schiacciata dagli avversari nella propria metà campo. In contemporanea con l’uscita dal campo di Boateng, c’è quella di Tchaouna, sostituito dal rientrante Dia, sicuramente più attaccante di lui, ma, comunque, non un vero numero 9.

Al 65′ Juric decide di sbilanciarsi, inserendo la terza punta: entra Pellegri al posto di Vlasic. Il giovane attaccante scuola Genoa si posiziona al centro del tridente pesante del Torino, con Zapata e Sanabria a suopporto.

L’infortunio di Pasalidis porta alla terza sostituzione di Inzaghi: dentro Sambia al 72′. Il modulo di gioco non cambia, poiché il numero 6 va a sistemarsi largo a sinistra, con Bradaric che scala tra i difensori. Da questo momento, la Salernitana fa ancor più fatica ad uscire, ma proprio nei minuti di maggior difficoltà arriva l’occasione di Dia. Coordinatosi in una frazione di secondo per calciare al volo, il numero 10 ha concluso verso la porta, trovando i guantoni di Milinkovic-Savic.

Nonostante l’ingresso in campo di Djidji e Lovato, il Toro non riesce a migliorare la propria fase difensiva, soffrendo le rare ripartenze degli ospiti. Inoltre, dall’altra parte dello schieramento di Juric, c’è poca intesa tra le punte, con Zapata e Pellegri che si pestano i piedi e Sanabria ormai fuori dalle dinamiche di gioco.

Negli ultimi minuti, la partita è diventata ancor più avara di emozioni. A metà del recupero, il Torino ha un’ottima occasione sugli sviluppi di un corner, ma Pellegri spreca di testa. Verso la fine della partita, Juric inverte Zapata e Sanabria: quest’ultimo, al 95′, si guadagna il calcio di punizione che porta all’ultima potenziale occasione per i suoi.

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