Ultima tappa di campionato per la Salernitana a Monza prima della lunga ed atipica sosta per i mondiali in Qatar.
Come arrivano le due squadre all’incontro
Biancorossi e granata, protagoniste di una buona campagna rafforzamenti nel mercato estivo, sono separate da 4 lunghezze in classifica, in posizione relativamente tranquilla.
Campani reduci da un solo punto in due partite ma dal cammino complessivamente più regolare. Il Monza è partito male con Stroppa, poi ha virato verso lidi più sicuri con l’avvento di Palladino.
La sfida nella città dell’autodromo per eccellenza rappresenta l’appuntamento del 2022 per il massimo torneo di calcio italiano, prima volta nella storia, poi sarà arrivederci a gennaio.
Le diversità tra le due formazioni
Tecnicamente le due compagini sono attrezzate per disputare una stagione senza particolari affanni verso la quota salvezza ma solo strutturate diversamente.
Sebbene i moduli abbiano delle similitudini (entrambe attuano la difesa a tre elementi), i granata più portati alla concretezza, al dribbling ed ai tiri in porta (anche al grazie alla qualità dei singoli), brianzoli maggiormente inclini al possesso palla e ad una manovra costituita da una rete di passaggi per arrivare alla conclusione.
Le difficoltà della gara
Partita non facile da affrontare per Nicola e i suoi ragazzi, chiamati a riscattare la sconfitta nel turno infrasettimanale di Firenze, dopo la prova della Bersagliera si è rivelata abbastanza al di sotto delle aspettative.
La Salernitana dovrebbe schierare la formazione migliore senza variare il consueto canovaccio tattico, al netto delle assenze per infortunio (Fazio su tutte).
I granata si aggrappano principalmente alla vena realizzativa del bomber Dia ed ai guizzi della freccia Mazzocchi, Candreva potrebbe tirare un po’ il fiato. La squadra ha preparato la gara in ritiro a Parma senza rientrare a Salerno. Un modo per ritrovare energie fisiche e mentali, essenziali per scendere in campo con la dovuta padronanza dei propri mezzi allo stadio Brianteo.
Pillole di amarcord per i tifosi granata
A Monza ad attendere Sepe e compagni ci saranno l’ex Palladino, bomber protagonista di una salvezza non facile ai tempi di mister Pioli in B, e Galliani, dirigente rivale che potrà essere scaricato ovunque, tranne che nel dimenticatoio per via dei suoi trascorsi poco limpidi targati 1999.
In un vetusto campo sportivo dell’ostile e ricca provincia settentrionale l’undici col Cavalluccio sul petto sarà ancora una volta scortato da oltre duemila cuori granata, giunti con ogni mezzo per illuminare la scena: un universo inesauribile, costellato dall’amore per la propria maglia e per la propria città.
Il valore della gara in ottica futura
Inutile nasconderlo: la partita vale molto, sia per la graduatoria da rimpinguare prima della pausa sia per la condizione morale del gruppo, che sarà impegnato a lavorare per quasi due mesi senza poter scaricare l’adrenalina in gara ufficiale. Sarebbe importante conquistare l’intera posta in palio o almeno un punto da riporre nel granaio in vista di un gennaio che si preannuncia dall’alto coefficiente di difficoltà dalla sequenza intonata dal calendario.
La quota punti da valutare sarà importante anche in ottica mercato: stazionare in una posizione a ridosso dei nobili “quartieri europei” potrebbe eventualmente facilitare l’arrivo di calciatori dal tasso tecnico più robusto e continuo ed anche collegato ad ambizioni più sensibili.
Certamente la dirigenza di via Allende opererà qualche variazione nello scacchiere a disposizione di Nicola e chiederà all’allenatore maggiore concretezza e affidabilità, nonostante i numeri parlino di una situazione in linea con le aspettative iniziali. Il trainer sarà chiamato a predisporre soluzioni ed opzioni in maniera più lineare relativamente a schieramento e ai relativi interpreti, senza attuare scelte (apparentemente) cervellotiche e poco fruttuose.
Attesa una Salernitana versione “Last blood”
La Salernitana deve scendere in campo con la fame di vittoria in ogni suo componente e bisognerà optare per coloro che vivono la migliore condizione psico-fisica, al di là del curriculum e delle statistiche più o meno recenti. A certi livelli è la voglia di prevalere senza timore a fare sempre la minima, ma decisiva, differenza tra vincere o soccombere. Nicola, da grande motivatore e conoscitore di calcio, lo sa bene e dovrà saper tenere la barra dritta ad ogni onda anomala o tempesta. La barca va portata in porto al più presto possibile perché la massima serie è un patrimonio economico e sociale, oltre che calcistico, dal valore molto importante per Salerno.
Come nel celebre film “Last blood” della saga di Rambo, la Bersagliera ha il dovere di lottare fino all’ultima goccia di sangue per difendere la gloria della casacca granata. La differenza con il cinema è che la passione dei tifosi della Salernitana non rappresenta una messa in scena, ma un amore tramandato di generazione in generazione, che non avrà mai fine, a qualsiasi latitudine di categoria. Che la Salernitana vinca o che perda, l’Italia alzerà il cappello e parlerà granata.