Conferenza stampa pre match per Gian Piero Ventura in vista della partita di domani pomeriggio in casa contro il Pordenone.
Ventura: “Vorrei costruire qualcosa di importante”
La Salernitana domani affronterà il Pordenone alle ore 15 allo stadio Arechi. Gara valida per la 18ª giornata del campionato di Serie BKT.
Quella del boxing day sarà una sfida inedita su tutti i fronti, o quasi. Nel match di domani, infatti, Salernitana e Pordenone si incroceranno per la prima volta in assoluto, in una sfida che si preannuncia senza esclusione di colpi. Prima assoluta anche per lo stesso Ventura e la compagine neroverde, nonostante la lunga carriera partita dalle giovanili della Sampdoria nel lontano 1976. Terzo confronto, invece, tra i due tecnici, che si ritroveranno di fronte ben undici anni dopo le prime, e ultime, due volte, entrambe nella stagione 2007-’08 in Serie B, quando i due esperti allenatori sedevano sulle panchine di Pisa e Mantova.
Mister Ventura la partita di domani sarà una partita importante o una verifica?
«È un match assolutamente stimolante. Nel senso che incontriamo la squadra che forse sta più in salute. Una squadra che è reduce da un campionato vinto, continuità ed entusiasmo. I risultati sono frutti di una buona organizzazione e di tanto entusiasmo nell’ambiente. È una prova per vedere se abbiamo voglia di vincere e continuare ma continuo a dire che il campionato inizia a gennaio non per il mercato ma per continuare ad essere competitivi, con più autostima, certezze ed altre cose. Il risultato da serenità all’ambiente ai giocatori».
La freschezza mentale di giocatori che ad Empoli hanno fatto bene può essere una novità?
«La gioventù sicuramente visto che siamo la squadra più giovane del campionato ma non deve esserci stupore. Oggi ad esempio di Lombardi parlano tutti in maniera positiva. Ha lavorato bene per mettere a fuoco tutte le cose di cui aveva bisogno. Qualcuno dalla crescita ha avuto una pausa e chi viceversa. Se a gennaio tutte queste cose verrano smussate, questo è un campionato che noi stiamo vivendo con un’infinità di infortuni e altri problemi incredibili. Anche a livello di risultati e prestazione. Ovviamente Benevento a parte, noi con grande umiltà ci siamo avvicinati. Ovviamente parlo del mio bagaglio di esperienze in questo campionato. Per ottenere qualcosa di importante bisogna avere giocatori giovani, dargli un valore della cultura e di un valore della maglia, avere personalità perché Salerno non è una piazza facile. Qualcuno vuole tutto e subito ma non è che un figlio ti nasce già diciottenne. Sono contento di come abbiamo lavorato fino ad ora ma non lo sono per i risultati avvenuti fino ad ora».
Per Tesser ampio turnover, lei in seguito ad infortuni e problemi?
«Quello che dice Tesser lo lascio a lui. Ad esempio ad Empoli Muzzi disse di avere una grande emergenza e poi c’erano tutti gli undici in campo. Ovviamente guarderò anche a La Spezia, Migliorini ad esempio non credo di averlo ma come siamo abituati ormai abbiamo sempre un organico contato. Pordenone e Spezia sono due partite però completamente diverse. Un aspetto da migliorare anche la situazione disciplinare. Se tu concedi spazio ci sta che tu possa ricorrere ad un’ammonizione. Alcune potevano essere discutibili ma anche su questo aspetto dobbiamo migliorare».
La sua assenza in panchina può incidere?
«Spero zero perché comunque lavoriamo in settimana per fare sempre bene. A dire la verità trovo anche ingiusto il fatto che io sia squalificato perchè l’espulsione a Trapani era discutibile, ritirata ma comunque in diffida. Ho trovato tutto non bello detto semplicemente. Devono imparare comunque i ragazzi anche questo ma sono sicuro che faremo una buona partita perché c’è consapevolezza di quello che stiamo facendo. Stiamo arrivando pian piano».
A proposito di turnover Akpa Akpro? E la situazione mercato?
«È un giocatore che quando sta bene è difficile da tener fuori. Presumo che ci sarà contro Pordenone e non posso dire lo stesso per Spezia. Sul mercato ci stiamo avvicinando ma questa squadra non ha bisogno di rivoluzioni. Con due giocatori con determinate caratteristiche migliorerebbe non perché giocherebbe in maniera diversa ma sull’aspetto del bel gioco quindi fai gol e mentalmente ne fai un altro perché sei caricato. Non credo che sia necessario prendere degli uomini tanto per prendere. Ha senso acquistare se ha senso e non tanto per prendere».
A proposito di pressioni, lei ha vissuto situazioni di pressione vincendo anche
«Stiamo parlando di situazioni diversi. A Torino parlavano dello scudetto del 76’. Oggi squadre come Cagliari e Sampdoria difficilmente vinceranno lo scudetto perché il calcio è cambiato. Cittadella ha preso 14 gol nelle prime 4 partite. Chi viene a giocare qui deve sapere che deve avere delle responsabilità e delle pretese. Chi esce da Cittadella e va a giocare altrove troverà difficoltà perché sicuramente sentirà le pressioni. Oggi luogo ha difficoltà e pressioni differenti».
Un modello di riferimento può essere la Lazio di Lotito?
«Il modello Lazio è semplicemente frutto di programmazione. Oggi quando parliamo di ricostruire è l’inizio di questa programmazione. Bisogna costruire partendo dai giovani di 21, 22, 23 anni e non 38, 39, 40. Una città come Salerno deve ambire a situazioni stabili non come si viveva il calcio al tempo di Delio Rossi che c’era chi sale e scende. Una volta che ci sei ci devi stare più anni. Ad esempio 5-6 anni fa non si parlava di Lazio ma si parla adesso perché è cresciuta. Qui a Salerno, se le persone capissero realmente, c’è grande potenzialità di crescita. Prenderei i migliori giocatori giovani possibili per creare qualcosa di speciale. Mi piacerebbe parlare di crescita di risultati per crescere insieme e non parlare solo di esonero sconfitte e non».
Djuric dopo l’errore di Empoli?
«Sono contento di lui perché è di fronte ad un bivio: conta quello che ho fatto e che mi chiedere il mister o conta quello che viene detto? Se conta la seconda è un uomo distrutto, se conta la prima è evidente che è sereno e magari domani fa anche gol».