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Il doppio ex Tosto: “Torino squadra camaleontica. Pirola? Tra gli U21 più interessanti del campionato”

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In occasione del match tra Salernitana e Torino, valido per la quarta giornata di Serie A, abbiamo intervistato Vittorio Tosto, con un passato da giocatore di entrambe le squadre. Ecco le dichiarazioni dell’ex difensore dei granata.

Vittorio Tosto: “De Sanctis sta facendo un ottimo lavoro”

Lunedì 18 settembre, alle 18:30, la Salernitana ospiterà il Torino di Juric nel match che segnerà il ritorno sui campi di Serie A per il Cavalluccio, dopo la sosta delle nazionali. In vista dell’incontro, la redazione di SalernoSport24 ha intervistato il doppio ex Vittorio Tosto.


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Nato a Cariati nel ’74, Tosto vestì per la prima volta la maglia della Salernitana nell’autunno del 1993, arrivando in prestito dalla Fiorentina. La sua annata a Salerno fu ottima: contribuì alla promozione in B dei granata dopo aver raccolto 16 presenze (più 3 nei playoff), mettendo a segno anche il primo gol tra i professionisti.

Le buone prestazioni con la Salernitana gli valsero il passaggio a titolo definitivo al Torino, in un’operazione che coinvolgeva anche uno scambio con Andrea Sottil. Tosto fece esperienze in prestito prima a Lucca, poi ad Avellino, per poi tornare alla Salernitana nell’estate del 1996. Nelle sue altre tre stagioni in granata, il difensore calabrese vinse il campionato di B nella stagione 1997-1998. Esordì con la Bersagliera nella massima serie contro la Roma, mettendo a referto anche un assist. Il match terminò 3-1 in favore dei giallorossi.

Il campionato si concluse con la retrocessione, e lui lasciò definitivamente Salerno per passare alla Sampdoria dopo aver registrato 117 presenze, cinque gol e tre assist in quattro stagioni totali.


Come le è sembrato il calciomercato della Salernitana?

«Reputo Morgan De Sanctis uno dei migliori direttori sportivi giovani ed emergenti del calcio italiano. Mi ispira tantissima fiducia. Sta facendo un ottimo lavoro e lo sta dimostrando con i calciatori di livello internazionale che hanno preferito venire a Salerno e, quindi, sono stati soffiati ad una concorrenza importante. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Sono molto contento a livello personale dell’operato della Salernitana, e per come stanno costruendo anche in prospettiva, non solo nel presente. Tanto merito alla società e al direttore».

Cosa ne pensa della situazione Dia, tentato dalle sirene inglesi l’ultimo giorno di mercato?

«Sono cose all’ordine del giorno. La situazione che riguarda Dia è una dinamica che tutte le società del mondo si trovano a gestire. Il giocatore stipula un contratto a livello professionale, la società e il calciatore hanno dei diritti e dei doveri, così come gli agenti alla camera di compensazione agenti FIFA. Ricordiamo che a livello internazionale la FIFA distribuisce quello che è il codice disciplinare ed etico. Ripeto: ci sono dei diritti e dei doveri. Bisogna appellarsi a quello che una persona firma. Se un giocatore firma un contratto non può pretendere di fare come gli pare, deve attenersi a quelli che sono i diritti di una società e i doveri di un calciatore. A livello professionale la Salernitana non sta sbagliando nulla. Sta ragionando con grandissima competenza e sta operando da società di Serie A a tutti gli effetti».

Che impressione le ha dato la Salernitana in questo inizio di campionato?

«Anche se siamo a settembre si può dire che è ancora calcio d’agosto. Il caldo, le preparazioni, la sosta nazionali. Tra l’altro, la Salernitana gestisce ben nove giocatori convocati in nazionale. Questo è un periodo di assestamento. La Salernitana è partita con un ottimo risultato a Roma e un ottimo risultato con l’Udinese. Peccato per lo scontro diretto a Lecce, ma ci può stare. Tre partite e due punti, ha già smosso la classifica. Si è già introdotta in questo cammino che definisco maratona: si è già ben avviata, si è messa in un angolino e sta facendo la sua corsa. Non vedo preoccupazioni nel presente e anche nell’immediato futuro, sono molto sereno e tranquillo. Non vedo motivi per essere agitati e avere preoccupazioni alla terza giornata di campionato».

Lei ha giocato anche nel Torino. È una squadra solida e ordinata, e Juric è un allievo di Gasperini. Come vede la squadra piemontese?

«Torino, Atalanta e Fiorentina, secondo me, sono le squadre più difficile da affrontare. Proprio perché basano la prestazione sull’aspetto fisico, ma cambiano anche in base agli avversari: concedono davvero poco. Giocare contro il Torino di Juric è veramente difficile perché non sai mai che prestazione possa fare. È una squadra camaleontica, che alterna diversi tipi di prestazione. In una giornata è molto aggressiva, in un’altra giornata gioca concedendo spazio e attaccando a sua volta gli spazi. Ci sono volte, poi, in cui vanno subito ad aggredire alto. Non sai mai cosa può fare. Juric è camaleontico, cambia spesso l’impostazione della squadra nella prestazione. È sempre difficile affrontare il Torino. Sarà una bellissima partita, è il derby dei granata. Il mio esordio in Serie A è arrivato con il Torino. Precedentemente avevo giocato proprio a Salerno, e grazie ad un ottimo campionato in Serie C passai al Toro. Ho un ricordo bellissimo dei colori granata. Ma sia chiaro: tifo Salernitana e spero vinca».

Pirola è il nuovo capitano dell’Under 21 azzurra. Se lo aspettava?

«Pirola mi è sempre piaciuto, sin dall’Under 15. È uno dei giocatori che hanno fatto un percorso di crescita importante e l’ho seguito. Questa, secondo me, è stata un’altra operazione giusta e intelligente di De Sanctis: andare ad investire su un giovane italiano, dargli l’opportunità di farlo crescere, e avere anche l’opportunità di costruire un potenziale difensore per la nazionale italiana. Questa è una visione lungimirante, si è andati oltre. È ovvio che bisogna avere pazienza, accettare qualche errore durante la crescita, ma in ambito nazionale Pirola è uno degli under 21 più interessanti del nostro campionato».

Torniamo agli ospiti: quale difensore le piace di più tra le fila del Toro?

«Vorrei esaltare Alessandro Buongiorno. Ha fatto tutta la trafila nelle giovanili del Toro, ha fatto gavetta. Ma lo esalto soprattutto a livello etico: voglio rimarcare il fatto che lui, riconoscente alla causa granata, cresciuto nel settore giovanile, ha rifiutato il trasferimento all’Atalanta. Ha dimostrato una cosa che negli ultimi anni è sempre più rara, e cioè la riconoscenza verso la società di appartenenza. Grande merito, quindi, ad un giocatore forte come Buongiorno, che allo stesso tempo ha dei valori etici importanti. Va rimarcato il fatto che avrebbe avuto l’opportunità di giocare in Europa con l’Atalanta».

Chiudiamo con un pronostico. Cosa si aspetta dal match?

«Sarà una partita molto combattuta, e poi si giocherà all’Arechi… Do il risultato esatto: 2-1 per la Salernitana. O anche 1-0. Insomma, la differenza sarà di un gol in favore della Salernitana».

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