Un titolo europeo di Moto2, tre successi in Supersport e tutta una carriera davanti: il leader del Mondiale Yari Montella a cuore (e gas) aperto per i lettori del nostro giornale.
Intervista esclusiva a Yari Montella
Sorpassi e staccate, cadute e rivincite: il pane quotidiano di Yari Montella, il pilota salernitano che occupa la vetta del Mondiale Supersport, la categoria intermedia delle moto derivate dalla serie. Dopo un inizio di stagione davvero promettente (doppietta a Phillip Island e due quarti posti al Montmelò), SalernoSport24 ha voluto conoscere da vicino il 24enne nato a Oliveto Citra e cresciuto a Montecorvino Pugliano.
Yari, Salerno e la Campania non hanno una grande tradizione motoristica. Com’è nata la tua passione per le due ruote?
«È cominciato tutto per gioco: mio padre era il classico amatore della domenica che si divertiva a girare in pista e, per merito suo, sono salito in sella a una Honda MiniGP NSF 100. Da quel momento in poi, tutto si è sviluppato in maniera naturale: i risultati che ho ottenuto da quando ho iniziato a gareggiare (nel 2013, ndr) sono arrivati un po’ con il tempo, un po’ con l’aiuto della fortuna. Mi sono così incamminato su questo percorso, che è forse inconsueto per il nostro territorio, ma è senza dubbio intrigante».
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Due vittorie e due quarti posti, forse un po’ sfortunati, nel doppio appuntamento al Montmelò: niente male per iniziare la tua terza stagione in Supersport.
«Non parlerei di sfortuna, perché io e il mio team (il Barni Racing, ndr) sapevamo che la tappa di Barcellona sarebbe stata difficile proprio per la conformazione particolare del circuito e le caratteristiche particolari dell’asfalto. Pertanto, in una fine settimana che ha messo a dura prova sia la moto, sia le gomme, aver ottenuto due quarti posti è pressoché soddisfacente, a maggior ragione perché siamo passati da un week-end in cui abbiamo dominato a un altro in cui sarebbe stato molto semplice cadere in errore, se solo non fossimo stati bravi a gestire l’intera situazione. Mi ritengo perciò soddisfatto sia del lavoro che ho svolto in pista, sia di quello che il team ha fatto per me».
Sei in testa al Mondiale, ma la classifica è piuttosto corta: 4 punti di vantaggio su Marcel Schrotter, 11 su Stefano Manzi.
«Il livello della Supersport si è alzato tantissimo: ci sono quattro piloti che combatteranno per vincere tutte le gare, a cui se ne aggiungeranno altri che cresceranno a stagione in corso e altri ancora che magari saranno competitivi su una determinata pista. Sì, ci aspetta una stagione molto impegnativa, in cui tutti andranno forte, a differenza di quanto accaduto negli ultimi anni, in cui c’è sempre stato qualcuno capace di prendere il sopravvento».
Scorrendo la griglia di partenza, si trovano nomi che hanno lasciato il segno sia in Supersport – come l’ex campione del mondo Sofuoglu – sia piloti che hanno corso ad altissimo livello in Moto2 e in Moto3 come Baldassarri, Dalla Porta e lo stesso Schrotter. A tuo avviso, cosa servirà per lottare fino in fondo con i tanti candidati al titolo iridato?
«Prima di tutto, bisogna avere la forza di risalire anche dalle situazioni più difficili, un po’ com’è successo a Barcellona. Credo che questa non sarà né la prima, né l’ultima volta in cui attraverserò una fase critica e, in fondo, sarà lo stesso anche per i miei avversari. Sarà perciò fondamentale non lasciarsi prendere dal panico e dalla foga del risultato a tutti i costi, che possono facilmente indurre in errore. Al contrario, terminare una gara – a prescindere dal piazzamento – ti dà la possibilità di andare a punti che, a conti fatti, possono essere decisivi per la classifica. In ogni caso, pur essendo in testa al Mondiale, sono molto tranquillo, anche perché la stagione è appena cominciata. Preferisco ragionare di week-end in week-end».
Prossima puntata: Assen, l’«università della moto», dal 19 al 21 aprile.
«Questo si differenzia in molti aspetti sia da Phillip Island, sia dal Montmelò. Tuttavia, un anno fa mi sono trovato benissimo su questa pista. Pertanto, io e il mio team partiremo senz’altro più avvantaggiati rispetto a Barcellona».
Tu hai corso sia nel Mondiale di Moto2 – a cui hai partecipato con una SpeedUp del team Boscoscuro nel 2021 – sia in Superbike. Che differenze ci sono tra la MotoGP e l’ambiente delle derivate dalla serie?
«Al di là della differente esposizione sui media, la Superbike è generalmente seguita dagli appassionati veri e, in particolare, da coloro che vedono le loro motociclette sfrecciare in pista. In tutto questo c’è qualcosa di magico e che suscita emozione, proprio perché si tratta di quelle moto che chiunque può possedere. Al contrario, le MotoGP incarnano un modo completamente diverso di correre, sia perché sono portate a un livello estremo di sviluppo, sia perché puoi vederle soltanto dal vivo oppure in televisione».
Che rapporto hai con i tuoi concittadini? Montecorvino Pugliano ti ha accolto calorosamente dopo le due vittorie in Australia.
«Dare una soddisfazione alla gente del tuo paese fa sempre piacere. In queste settimane, poi, i miei concittadini stanno organizzando un autobus per seguirmi nella tappa di Misano Adriatico. Ad ogni modo, sarei già contento se riuscissi a strappare un sorriso o un’emozione alla mia gente grazie alla mia passione».