Abbiamo avuto il piacere di intervistare Silvino Giordano, presidente della Z.O Rugby Salerno, e di scambiare con lui due chiacchiere sulle iniziative solidali portate avanti dal club e del nodo della gestione del campo sportivo “24 maggio 1999”.
Parla il presidente della Z.O Rugby Salerno
La Z.O Rugby Salerno fin dalla sua nascita ha sempre contribuito ad iniziative solidali sul territorio salernitano coinvolgendo sempre moltissime persone, tra giovani ed adulti. Con il presidente Silvino Giordano abbiamo parlato dei vari problemi vissuti l’anno scorso sulla questione “24 maggio 1999” e dell’impegno che l’associazione mette tutti i giorni a disposizione della comunità. Ecco le sue parole.
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Avete ottenuto la gestione del campo sportivo “24 maggio 1999” ad ottobre 2019. Come sono andate le cose da quel giorno?
«Da quel giorno la Z.O Rugby Salerno si è presa cura della struttura, pulendola, facendo vari interventi grazie a tutti i nostri volontari e stando lì tutti i giorni. Da settembre dell’anno scorso l’amministrazione degli uffici sportivi, causa lavori di ammodernamento del “De Gasperi” e “Settembrino”, decide di spostare le scuole calcio fruitrici di questi ultimi due campi proprio nella struttura da noi gestita.
Noi ovviamente, nonostante avessimo fatto presente tutte le difficoltà organizzative e strutturali che ciò avrebbe comportato, non ci siamo tirati indietro soprattutto quando ciò riguarda dei ragazzini. Il campo andava quindi messo a posto prima di poter ospitare altre società, ma ciò non è stato fatto, portando ad una serie di criticità per quanto riguarda il manto erboso e gli spogliatoi. La fine delle ristrutturazioni era stata prevista per dicembre 2023, data che poi non è stata rispettata. Le scuole calcio hanno quindi continuato ad usufruire del campo “24 maggio 1999” fino ad aprile di quest’anno».
Com’è la situazione al momento?
«La Z.O Rugby Salerno ha già fatto richiesta per il rinnovo della concessione ma per vari vicissitudini burocratiche e politiche ancora non si è arrivati ad una quadra. Noi speriamo che il campo venga usato ancora per scopi sociali, con o senza la nostra gestione, ma senza darlo in pasto ad un privato».
Cosa significa per lei coinvolgere tanti ragazzi dei vari quartieri salernitani insegnandogli, tramite il rugby e vari iniziative solidali, dei valori importantissimi?
«Siamo dell’idea che tutta la zona orientale di Salerno abbia diritto ad esistere. I ragazzi dei quartieri, partecipando alle nostre iniziative, si responsabilizzano e prendono coscienza di quello che succede attorno a loro. Proviamo ad intercettare qualsiasi persona in modo trasversale proponendo tante attività e laboratori. L’obiettivo è quello di legittimarci e trovare sempre più persone che vogliano stare al nostro fianco. Ovviamente per fare tutto ciò la Z.O Rugby Salerno ha bisogno di uno spazio».